sabato 3 febbraio 2018
Nell'udienza con i rappresentanti della Consulta nazionale anti-usura, il Papa ha ricordato che "la dignità umana dovrebbe essere sempre al centro delle politiche economiche"
L'incontro del Papa con le Fondazioni anti-usura e la Consulta nazionale anti-usura (@Vatican media)

L'incontro del Papa con le Fondazioni anti-usura e la Consulta nazionale anti-usura (@Vatican media)

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Usura e gioco d'azzardo sono fenomeni collegati e da combattere con ogni mezzo. Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza i rappresentanti delle 30 Fondazioni anti-usura d'Italia e della Consulta nazionale anti-usura che le riunisce.

«L'usura - ha detto - è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. Infatti, con tanti poveri, tante famiglie indebitate, tante vittime di gravi reati e tante persone corrotte nessun Paese può programmare una seria ripresa economica né tanto meno sentirsi al sicuro».

Quanto al gioco d'azzardo, esso è «una patologia che prende e ti ammazza». Dunque ci si attende dalle Istituzioni che «disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo».

«L'usura umilia e uccide - ha proseguito il Pontefice - è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l'azienda. E si può prevenirla educando a uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare».

Per questo è importante l'opera della Consulta nazionale e delle singole Fondazioni. «Nei primi ventisei anni di servizio – ha detto rivolgendosi a loro – avete salvato dalla morsa del debito usuraio e dal rischio dell'usura oltre 25mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza».

Il Papa ha quindi indicato nell'educazione a una concezione della vita che non ponga primo posto il profitto e non la persona una delle vie di uscita dal fenomeno. Ma ha anche chiesto un impegno preciso da parte delle autorità politiche ed economiche. «Il Signore ispiri le pubbliche autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario affinché vigilino sulla qualità etica delle attività e degli istituti di credito».

Infine Francesco ha salutato un gruppo di ex vittime dell'usura presenti all'udienza e le incoraggiate a trasmettere il loro coraggio a chi è ancora nel tunnel «testimoniando che si può venire fuori dall'usura e dall'azzardo».

Il Papa è stato salutato a nome di tutti dal presidente della Consulta nazionale, monsignor Alberto D'Urso. Anch'egli ha sottolineato: «Siamo convinti che è possibile uscire da questa spirale perversa. Se l'usura si organizza, si può organizzare anche la lotta all'usura con la prevenzione, la solidarietà e l'educazione alla legalità».

In precedenza i 300 partecipanti all'udienza avevano partecipato alla Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, nella Cappella del Coro della stessa Basilica. E si erano fermati in preghiera sulla tomba di san Giovanni Paolo II cui è intitolata la Consulta nazionale antiusura.

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