giovedì 2 dicembre 2021
L’isola crocevia tra Oriente e Occidente. In questi luoghi, ha detto Bergoglio, «potrò avvicinare un'umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza»
Il Papa è atterrato a Cipro. Ecumenismo e fraternità
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Alle 14 ora italiana l'aereo con a bordo papa Francesco (prima volta con Ita) è atterrato all'aeroporto di Larnaca, a Cipro, prima tappa di questo 35esimo viaggio apostolico all'estero, che lo porterà anche in Grecia.

Stamani, prima di lasciare Casa Santa Marta, il Papa aveva salutato 12 rifugiati accompagnati dall'Elemosiniere, cardinale Konrad Krajewski. Tra loro, alcuni erano venuti in Italia sull'aereo papale nel 2016. Il Papa si era poi fermato alla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli, nei pressi dell'Aeroporto di Fiumicino, dove aveva pregato davanti all'immagine della Madonna di Loreto e incontrato 15 profughi ospitati dalla parrocchia stessa.

Reuters

E ancora una volta la meta sono dei crocevia. Luoghi d’incontro sul limitare dell’Europa e del Medio Oriente, frontiere tra Oriente e Occidente. Il trentacinquesimo viaggio apostolico che porta oggi papa Francesco ad attraversare il Mare Nostrum per raggiungere l’isola di Cipro e la Grecia, è carico di valenza simbolica ed ecumenica.

Un viaggio agli albori della Chiesa nascente, soprattutto – come dichiarato dal Papa stesso – una risalita alle sorgenti: della fede apostolica, dell’unità tra cristiani di diverse confessioni, della fraternità, alle sorgenti della civiltà nei luoghi che sono culla della cultura dell’Occidente e dunque fonti “antiche dell’Europa”. E in questi luoghi dove si radica la memoria della cultura occidentale, della storia, della spiritualità e della civiltà si avvicinerà a «un’umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza» come ha detto alla vigilia della partenza.

E si porterà così per la seconda volta a Lesbo per toccare ancora una volta a mani nude quella che ha definito «la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda guerra mondiale». In questi luoghi si è radicato il Vangelo, sono la via degli Atti degli Apostoli. E proprio il libro degli Atti – con gli apostoli Paolo e Barnaba e il racconto dei loro viaggi attraverso la Grecia e il Mediterraneo, la storia della nascita delle prime comunità cristiane, della Chiesa delle origini – è la filigrana del viaggio.

L’isola di Cipro è la terra di san Barnaba, nato a Pafo. In Grecia l’apostolo delle genti, san Paolo, ha lasciato tracce indelebili. Filippi è stato il primo luogo evangelizzato in Europa e proprio a partire dalla Grecia il cristianesimo si è diffuso in tutto il continente europeo. Accanto agli incontri con le piccole comunità cattoliche saranno quindi giorni ricchi di incontri con i sinodi e rappresentanti delle Chiese ortodosse. E il filo rosso del viaggio sarà in questa prospettiva un passo importante per approfondire il dialogo della carità. Per papa Francesco sempre gli incontri e anche i viaggi aiutano a far crescere questa fratellanza.

«Quando con il patriarca Bartolomeo e Hieronymus siamo andati a Lesbo in Grecia per incontrare i rifugiati ci siamo sentiti una cosa sola. Eravamo uno. Uno», aveva detto Francesco ad Avvenire, commentando la visita al campo profughi di Lesbo nell’aprile del 2016. Più volte papa Francesco ha spiegato che in questo momento storico l’unità si fa camminando insieme con le opere di carità. E anche con la preghiera comune. Sono la chiave del cammino ecumenico.

Francesco celebrerà così una preghiera ecumenica con i migranti a Cipro, mentre in Grecia di nuovo visiterà l’isola di Lesbo-Mitilene con Hieronymus per dare un chiaro segno che l’aiuto per i migranti e per i rifugiati è una grande sfida ecumenica, che necessita anche di una comune collaborazione.


Domani mi recherò a Cipro e poi in Grecia per compiere una visita alle care popolazioni di quei Paesi ricchi di storia, di spiritualità e di civiltà. Sarà un viaggio alle sorgenti della fede apostolica e della fraternità tra cristiani di varie confessioni. Avrò anche l’opportunità di avvicinare un’umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza: mi recherò a Lesvos. Vi chiedo, per favore, di accompagnarmi con la preghiera. Grazie.
(Papa Francesco. Ai saluti finali dell’udienza generale del 1 dicembre 2021)

L’arrivo a Cipro è previsto oggi nel primo pomeriggio. In agenda il primo incontro – proprio per cominciare dalla sorgente del Vangelo che unisce i cristiani – è questa volta con sacerdoti e movimenti ecclesiali, poi la visita al presidente della Repubblica a cui seguirà l’incontro con le autorità ed il corpo diplomatico e il giorno seguente completamente dedicato agli incontri ecumenici a partire dalla visita all’arcivescovo ortodosso Crysostomos II.

Cipro è Occidente e Oriente, porta orientale d’Europa e porta occidentale del Medio Oriente, e oggi isola in mezzo a un «Mediterraneo che è diventato il più grande cimitero del mondo». Il Mare nostrum dove oggi s’inabissa l’umanità, ma dove proprio le sue rive videro invece Dio farsi uomo e quelle stesse acque attraversate dai primi che annunciarono la storia della salvezza. Cipro è sì, geograficamente in una posizione strategica.

Ma Cipro è oggi ancora anche geograficamente divisa in due dopo l’invasione dell’esercito turco nel 1974, e quindi, proprio a causa del muro di divisione, luogo di necessario dialogo. Al termine della messa finale sull’isola, il Papa incontrerà per questo anche alcuni esponenti del “Religious Track”, l’iniziativa nata sotto gli auspici dell’ambasciata di Svezia presso Cipro che punta proprio alla ricucitura del Paese.

Nel discorso al corpo diplomatico a gennaio del 2020 Francesco aveva parlato così dell’attuale questione cipriota: «Vorrei, inoltre, esprimere l’incoraggiamento della Santa Sede ai negoziati per la riunificazione di Cipro, che incrementerebbero la cooperazione regionale, favorendo la stabilità di tutta l’area mediterranea». È questa una ferita aperta da tempo e non sarà ignorata.

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