venerdì 2 febbraio 2018
Giornata della vita consacrata. «La vita del mondo lascia presto vuote le mani e il cuore, la vita secondo Gesù riempie di pace fino alla fine».
La  Messa per i religiosi e le religiose (foro Siciliani)

La Messa per i religiosi e le religiose (foro Siciliani)

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Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Presentazione del Signore al Tempio, papa Francesco ha presieduto la Celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro, dedicata alla Giornata mondiale della vita consacrata, una giornata di ringraziamento e di preghiera per il dono delle vocazioni.

L'episodio di Gesù al tempio, narrato dal Vangelo di questa giornata, è il punto di partenza dell'omelia del Papa: l'incontro al Tempio tra le coppie formate dai giovani Giuseppe e Maria e dagli anziani Simeone e Anna ci dice che la fede non è una nozione da imparare su un libro, ma l'arte di vivere con Dio, che si apprende dalla fede di chi ci ha preceduto. È un incontro di generazioni, che vede i giovani comprendere la loro missione e i vecchi realizzare i propri sogni. Al centro di questo incontro c'è Gesù.

L'OMELIA DEL PAPA

"Guardiamo a noi, cari fratelli e sorelle consacrati. Tutto è cominciato dall'incontro col Signore. Da un incontro e da una chiamata è nato il cammino di consacrazione. Bisogna farne memoria. E se faremo bene memoria vedremo che in quell'incontro non eravamo soli con Gesù: c'era anche il popolo di Dio, la Chiesa, giovani e anziani, come nel Vangelo". Così papa Francesco si è rivolto ai religiosi e alle religiose.

"È bene ricordare - ha aggiunto - che non si può rinnovare l'incontro col Signore senza l'altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali, ma accompagnarsi ogni giorno, col Signore al centro. Perché se i giovani sono chiamati ad aprire nuove porte, gli anziani hanno le chiavi. E la giovinezza di un istituto sta nell'andare alle radici, ascoltando gli anziani. Non c'è avvenire senza questo incontro tra anziani e giovani; non c'è crescita senza radici e non c'è fioritura senza germogli nuovi. Mai profezia senza memoria, mai memoria senza profezia; e sempre incontrarsi".

"La vita frenetica di oggi induce a chiudere tante porte all'incontro, spesso per paura dell'altro - sempre aperte rimangono le porte dei centri commerciali e le connessioni di rete -; ma nella vita consacrata non sia così: il fratello e la sorella che Dio mi dà sono parte della mia storia, sono doni da custodire".

"Non accada di guardare lo schermo del cellulare più degli occhi del fratello, o di fissarci sui nostri programmi più che nel Signore. Perché quando si mettono al centro i progetti, le tecniche e le strutture, la vita consacrata smette di attrarre e non comunica più; non fiorisce perché dimentica 'quello che ha di sotterrato', cioè le radici", ha proseguito. "La vita consacrata nasce e rinasce dall'incontro con Gesù così com'è: povero, casto e obbediente", ha aggiunto il Pontefice ricordando così i tre voti di povertà, castità e obbedienza.

"C'è un doppio binario su cui viaggia: da una parte l'iniziativa d'amore di Dio, da cui tutto parte e a cui dobbiamo sempre tornare; dall'altra la nostra risposta, che è di vero amore quando è senza se e senza ma, quando imita Gesù povero, casto e obbediente", ha spiegato Francesco. Così, "mentre la vita del mondo cerca di accaparrare, la vita consacrata lascia le ricchezze che passano per abbracciare Colui che resta. La vita del mondo insegue i piaceri e le voglie dell'io, la vita consacrata libera l'affetto da ogni possesso per amare pienamente Dio e gli altri".

"La vita del mondo s'impunta per fare ciò che vuole, la vita consacrata sceglie l'obbedienza umile come libertà più grande - ha detto il Papa -. E mentre la vita del mondo lascia presto vuote le mani e il cuore, la vita secondo Gesù riempie di pace fino alla fine, come nel Vangelo, dove gli anziani arrivano felici al tramonto della vita, con il Signore tra le mani e la gioia nel cuore".

"Anche voi andate nel mondo controcorrente: la vita del mondo facilmente rigetta la povertà, la castità e l'obbedienza". "Siete così l'alba perenne della Chiesa", ha affermato. "Vivere l'incontro con Gesù è anche il rimedio alla paralisi della normalità, è aprirsi al quotidiano scompiglio della grazia - ha osservato il Pontefice -. Lasciarsi incontrare da Gesù, far incontrare Gesù: è il segreto per mantenere viva la fiamma della vita spirituale. È il modo per non farsi risucchiare in una vita asfittica, dove le lamentele, l'amarezza e le inevitabili delusioni hanno la meglio".

"Incontrarsi in Gesù come fratelli e sorelle, giovani e anziani, per superare la sterile retorica dei bei tempi passati, quella nostalgia che uccide l'anima, per mettere a tacere il 'qui non va più bene niente' - ha aggiunto -. Se si incontrano ogni giorno Gesù e i fratelli, il cuore non si polarizza verso il passato o verso il futuro, ma vive l'oggi di Dio in pace con tutti".

Una primula per ogni religiosa in Vaticano

Una primula a ogni religiosa che lavora in Vaticano: è stato l'omaggio di Papa Francesco, per mano del suo elemosiniere, in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata. Lo riporta l'Osservatore Romano: a rivelarlo, scrive il quotidiano della Santa Sede, è stato lo stesso arcivescovo Konrad Krajewski che, nella mattina del 2 febbraio, ha portato una di quelle piantine per ornare l'altare allestito in un capannone della zona industriale, dove ha celebrato con gli operai dei servizi tecnici la Messa della festa della Presentazione del Signore.

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