mercoledì 6 dicembre 2023
Al termine della catechesi in Aula Paolo VI è stata consegnata a Francesco da tre premi Nobel la “Dichiarazione sulla fraternità umana”
Il Papa all'udienza generale in Aula Paolo VI

Il Papa all'udienza generale in Aula Paolo VI - Reuters

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«Non dimentichiamo di pregare per quanti soffrono il dramma della guerra, in particolare le popolazioni dell’Ucraina, di Israele e di Palestina» ha detto il Papa nei saluti al termine dell’udienza generale di stamattina in Aula Paolo VI. Francesco non ha letto il testo della catechesi, ha ribadito di stare «molto meglio», ma di affaticarsi se parla «troppo».

«Nelle scorse catechesi abbiamo visto che l’annuncio del Vangelo è gioia, è per tutti e va rivolto all’oggi – ha esordito il Pontefice nella sua riflessione – scopriamo ora un’ultima caratteristica essenziale: occorre che l’annuncio avvenga nello Spirito Santo. Infatti, per “comunicare Dio” non bastano la gioiosa credibilità della testimonianza, l’universalità dell’annuncio e l’attualità del messaggio. Senza lo Spirito Santo ogni zelo è vano e falsamente apostolico: sarebbe solo nostro e non porterebbe frutto».

«Lo Spirito è il protagonista – ha rimarcato il Papa – precede sempre i missionari e fa germogliare i frutti. Questa consapevolezza ci consola tanto! E ci aiuta a precisarne un’altra, altrettanto decisiva: cioè che nel suo zelo apostolico la Chiesa non annuncia sé stessa, ma una grazia, un dono, e lo Spirito Santo è proprio il Dono di Dio, come disse Gesù alla donna samaritana (cfr Gv 4,10). Il primato dello Spirito non deve però indurci all’indolenza. La fiducia non giustifica il disimpegno. La vitalità del seme che cresce da sé non autorizza i contadini all’incuria del campo. Gesù, nel dare le ultime raccomandazioni prima di salire al cielo, disse: "Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni […] fino ai confini della terra" (At 1,8). Il Signore non ci ha lasciato delle dispense di teologia o un manuale di pastorale da applicare, ma lo Spirito Santo che suscita la missione. E l’intraprendenza coraggiosa che lo Spirito infonde ci porta a imitarne lo stile, che sempre ha due caratteristiche: la creatività e la semplicità».

Francesco si è quindi soffermato su queste due caratteristiche.

Sulla creatività: «In questa nostra epoca, che non aiuta ad avere uno sguardo religioso sulla vita e in cui l’annuncio è diventato in vari luoghi più difficile, faticoso, apparentemente infruttuoso, può nascere la tentazione di desistere dal servizio pastorale. Magari ci si rifugia in zone di sicurezza, come la ripetizione abitudinaria di cose che si fanno sempre, oppure nei richiami allettanti di una spiritualità intimista, o ancora in un malinteso senso della centralità della liturgia. Sono tentazioni che si travestono da fedeltà alla tradizione, ma spesso, più che risposte allo Spirito, sono reazioni alle insoddisfazioni personali. Invece la creatività pastorale, l’essere audaci nello Spirito, ardenti del suo fuoco missionario, è prova di fedeltà a Lui. Perciò ho scritto che “Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo Attuale” (Evangelii gaudium, 11)».

La semplicità viene dal fatto lo Spirito ci porta alla fonte primaria. Come si legge sempre in Evangelii gaudium, è «il fuoco dello Spirito che […] ci fa credere in Gesù Cristo, che con la sua morte e resurrezione ci rivela e ci comunica l’infinita misericordia del Padre» (Eg, 164). Questo è il primo annuncio, che «deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale».

«Fratelli e sorelle, lasciamoci avvincere dallo Spirito e invochiamolo ogni giorno – ha concluso Bergoglio – sia Lui il principio del nostro essere e del nostro operare; sia all’inizio di ogni attività, incontro, riunione e annuncio. Egli vivifica e ringiovanisce la Chiesa: con Lui non dobbiamo temere, perché Egli, che è l’armonia, tiene sempre insieme creatività e semplicità, suscita la comunione e invia in missione, apre alla diversità e riconduce all’unità. Egli è la nostra forza, il respiro del nostro annuncio, la fonte dello zelo apostolico. Vieni, Spirito Santo!»

Dopo l’udienza generale il Papa ha salutato il Premio Nobel per la Pace 2021 Maria Ressa (Filippine), il Premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi (Italia), e il Premio Nobel per la Pace 2011 Tawakkul Karman (Yemen). È stata consegnata a Francesco la “Dichiarazione sulla fraternità umana”, anche a nome degli oltre 30 Premi Nobel e organizzazioni internazionali che – con loro – hanno redatto e sottoscritto il documento a giugno 2023, durante il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana. La delegazione è stata accompagnata dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fondazione Fratelli tutti.

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