sabato 17 dicembre 2022
Oggi giorno del suo compleanno Francesco consegna un “segno di gratitudine” a un clochard, a un religioso e a un industriale impegnati quotidianamente nel servizio agli ultimi
Il riconoscimeno

Il riconoscimeno - Elemosineria apostoilica

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Tre uomini, con le mani “sporche” di fatica, ma il sorriso aperto, perché chi dona devo farlo con gioia. Tre testimoni della carità verso gli ultimi, nel segno di Teresa di Calcutta, santa della vita quotidiana al punto da essere ancora chiamata da tutti, semplicemente “madre”. Oggi, nel giorno del suo 86° compleanno, il Papa premia due laici e un religioso, in prima fila nel servizio ai poveri, agli scartati, a chi nessuno vuole. E così facendo, rende ancora più esplicita la scelta di uscire da se stessi, di farsi piccoli per poter dare casa all’infinitamente grande, a Colui che tiene in modo speciale ai rifiutati dalla storia e dalla società degli uomini.
Il “premio” o, meglio, il segno di gratitudine del Pontefice, che presiede la cerimonia odierna, viene dato al francescano padre Hanna Jallouf, che si spende per gli ultimi in Siria in un tempo di guerra continua e devastante; a Gian Piero, detto Wué, un clochard che ogni giorno destina una parte delle offerte raccolte ad aiutare persone più povere di lui; a Silvano Pedrollo, industriale di Verona (ne parliamo più diffusamente nell’articolo qui accanto), che impiega una parte notevole degli utili della sua azienda per assistere e soccorrere bisognosi in diverse nazioni dell’Africa, dell’India e dell’America Latina, costruendo scuole, pozzi e strutture sanitarie.


L’eredità di madre Teresa ha sempre dato “il messaggio della povertà, il messaggio della vicinanza, il messaggio della fratellanza, il messaggio della preghiera”.
Con queste parole Francesco ha accolto la delegazione del Premio Madre Teresa, donna “coraggiosa”, ha sottolineato il Papa, che “ha passato vere tempeste spirituali con il buio dentro, ma ha continuato a pregare”:
Ci aiuti Madre Teresa dal cielo a vivere la povertà con semplicità e con la preghiera. Così possiamo aiutare gli altri, e non è una semplice beneficenza; che è una cosa buona, una beneficenza è buona, ma è pagana. Cristiana è la vicinanza, la carità con preghiera

Il gesto del Papa, informa una nota vaticana, intende ricordare, come detto, madre Teresa di Calcutta e avverrà alla presenza di circa 20 sorelle e 20 persone accolte nei loro dormitori dalle Missionarie della carità, l’istituto religioso fondato dalla santa di origine albanese. Il 5 settembre 1997, prosegue la nota, quando si diffuse la notizia della morte di Madre Teresa, il giornalista Indro Montanelli esclamò: «Se ci fosse una madre Teresa di Calcutta in ogni continente, gli atei scomparirebbero dal mondo!». Sono passati venticinque anni dalla scomparsa di madre Teresa che – ricorda il Dicastero per il servizio della carità – «ha lasciato dietro di sé una meravigliosa eredità di opere a favore dei “poveri più poveri, quelli che nessuno vuole. Oggi sono più di seimila le Missionarie della Carità che continuano la sua opera a favore dei poveri in 762 Case di Carità, distribuite in 139 nazioni: un vero miracolo.

Un prodigio dell’amore che vanta tanti “interpreti” anche fuori dai canali ufficiali. Come Gian Piero, per tutti “Wué”, 72enne clochard di Viareggio conosciuto da tutti perché raccoglie monetine con cui compra buoni pasto per sfamare le famiglie bisognose. Un servizio al prossimo, articolato anche in altre attività caritative, che nel 2021 gli è valso il “Premio internazionale bontà”, assegnato ogni anno dal Comitato della croce di Cavarzere.

Nella storia di padre Hanna Jallouf invece c’è anche un rapimento. Nel 2014 fu portato via da Knayeh, nella valle dell’Oronte, assieme ad alcuni suoi parrocchiani, da un gruppo di jihadisti che lo liberarono alcuni giorni dopo. Mai da allora, così come prima, ma anche dopo si è spenta la sua voce di denuncia contro l’orrore della guerra che in dieci anni, oltre ai morti nei combattimenti ha portato a rischio fame larghe fette della popolazione locale.

A questo instancabile francescano, come al clochard toscano, come all’imprenditore veneto, il Papa oggi consegnerà il cosiddetto “fiore di gratitudine”. Si tratta di un piccolo mappamondo, incastonato dentro un cubo che lo tiene in piedi, a simboleggiare l’amore che sostiene il pianeta. Nel globo è inoltre dipinta una finestra dietro la quale si intravede Madre Teresa che abbraccia e accarezza un bambino. Idea nata da una affermazione di Giovanni Paolo II che, in occasione della morte della santa, disse: «Madre Teresa è stata una finestra aperta dalla quale Gesù si è affacciato e ha sorriso e ha dato conforto e dignità a tanti poveri in tante parti del mondo». Ciascuno può essere quella finestra. Riuscirci davvero sarebbe il regalo più bello per il Papa nel giorno del suo 86° compleanno. Insieme alla preghiera, insieme all’impegno quotidiano, per diventare veri “artigiani di pace”.

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