mercoledì 26 agosto 2020
Carlo Chiodi, camionista di Carobbio, ha perso i genitori nella pandemia; è stato ricevuto da Francesco con la famiglia
Ponte San Pietro (Bergamo) sacerdote benedice le bare dei morti di Coronavirus

Ponte San Pietro (Bergamo) sacerdote benedice le bare dei morti di Coronavirus - Ansa

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Alla morte dei genitori, uccisi dal Coronavirus, a cui non ha potuto nemmeno dire addio, come è successo a tanti in provincia di Bergamo, Carlo Chiodi ha raccontato la sua sofferenza in una lettera a papa Francesco, che lo ha invitato con la famiglia a Roma lo scorso fine settimana e dopo la messa a Santa Marta li ha incontrati in forma privata.

Di questo incontro ha parlato anche il Pontefice durante l'Angelus quando ha esortato a non dimenticare le vittime del Covid. "Questa stessa mattinata - ha detto - ho sentito la testimonianza di una famiglia che ha perso i nonni, senza poterli salutare, in uno stesso giorno". Al Papa, riferisce l'Eco di Bergamo, Carlo, che di mestiere fa il camionista, accompagnato dalla moglie e dai due figli, ha regalato la bandiera "Noi amiamo Bergamo", un libro del suo medico di base, con alcune storie di vittime del virus e una confezione di aceto balsamico fortificato prodotto nel suo paese, Carobbio.

Il Papa "mi ha detto che il pianto e la collera sono umani, che arrabbiarsi è lecito e che rappresenta una forma di preghiera quando si è soli e si prova dolore. Ha continuato dicendo che trattenersi e convincersi di non soffrire non è la soluzione, ci si deve liberare dei pesi che attanagliano il cuore". "Ha ammesso di sentire dentro di sé il dolore del mondo e - ha concluso - che prega ogni giorno Dio per comprendere il senso di questa sofferenza. Durante l'udienza tremavamo, siamo rimasti a bocca aperta per l'umanità del Papa".

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