domenica 19 gennaio 2025
Francesco si rallegra anche per la liberazione dei carcerati a Cuba e invita anche altre nazioni a seguire questo esempio durante il Giubileo. "Dio non è tirchio e ci riempie di sovrabbondanza"
Il Papa saluta i fedeli affacciandosi per l'Angelus

Il Papa saluta i fedeli affacciandosi per l'Angelus - ANSA

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Il Papa dice grazie ai mediatori della tregua per Gaza e auspica che gli ostaggi possano tornare a casa, così come che vengano inviati subito aiuti umanitari alla popolazione stremata. Francesco, inoltre, apprezza il gesto delle autorità cubane di liberare un consistente gruppo di carcerati. Il Pontefice ne ha parlato nel dopo Angelus di ieri, domenica 19 gennaio, che ha segnato anche il suo debutto su Tik Tok, per promuovere la sua autobiografia "Spera", edita da Mondadori, e in cui, in serata, parteciperà alla trasmissione di Fabio Fazio, "Che tempo che fa" (ne parliamo a parte). Prima della preghiera mariana di mezzogiorno papa Bergoglio ha anche commentato il Vangelo delle nozze di Cana, proclamato ieri in tutte le messe. "Dio non è tirchio", ha sottolineato in riferimento alla sovrabbondanza del vino in seguito al miracolo operato da Gesù.

I temi internazionali

"Nei giorni scorsi - ha esordito il Pontefice - è stato annunciato che oggi entrerà in vigore il cessate il fuoco a Gaza. Esprimo gratitudine a tutti i mediatori. È un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace. Grazie ai mediatori! E anche ringrazio tutte le parti coinvolte in questo importante risultato. Auspico - ha poi aggiunto - che quanto è stato concordato venga rispettato subito dalle parti e che tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa e riabbracciare i loro cari. Prego tanto per loro e per le loro famiglie. Spero pure che gli aiuti umanitari raggiungano ancora più velocemente e in grande quantità la popolazione di Gaza, che ne ha tanta urgenza". Poi il papa ha ricordato che "sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno di chiari segni di speranza". Perciò, ha proseguito, "auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della Comunità internazionale, possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati. Tutti possano dire: sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace. E preghiamo per questo: per il dialogo, la riconciliazione e la pace".

Il Papa ha poi parlato di Cuba: "Qualche giorno fa è stata annunciata la liberazione di un gruppo di detenuti dalle carceri cubane. Si tratta di un gesto di grande speranza che concretizza una delle intenzioni di questo anno giubilare. Auspico che nei prossimi mesi si continui a intraprendere, nelle diverse parti del mondo, iniziative di questo genere, che infondano fiducia al cammino delle persone e dei popoli".

"In questi giorni di preghiera per l’unità dei cristiani - ha quindi soggiunto -, non cessiamo di invocare da Dio il dono prezioso della piena comunione tra tutti i discepoli del Signore. E preghiamo sempre per la martoriata Ucraina, per la Palestina, Israele, il Myanmar e per tutte le popolazioni che soffrono per la guerra".

Il miracolo di Cana

Prima dell'Angelus il consueto commento al Vangelo del giorno. In riferimento alla mancanza di vino che determina il primo miracolo di Gesù, papa Bergoglio ha fatto notare: "Il segno nostro è sempre la mancanza, ma sempre il segno di Dio è la sovrabbondanza. Alla mancanza dell’uomo come risponde Dio? Con la sovrabbondanza. Dio non è tirchio! Quando dà, dà tanto. Non ti dà un pezzettino, ti dà tanto. Alle nostre mancanze, il Signore risponde con la sua sovrabbondanza".

A questo bisogna pensare quando "nel banchetto della nostra vita – possiamo dire - a volte ci accorgiamo che il vino viene a mancare". In pratica che ci mancano le forze e tante cose. "Succede quando le preoccupazioni che ci affliggono, le paure che ci assalgono o le forze dirompenti del male ci tolgono il gusto della vita, l’ebbrezza della gioia e il sapore della speranza. Stiamo attenti - ha sottolineato papa Francesco -: dinanzi a questa mancanza, quando il Signore dà, dà la sovrabbondanza. Sembra una contraddizione: più in noi c’è mancanza, più c’è la sovrabbondanza del Signore. Perché il Signore vuole fare la festa con noi, una festa che non avrà fine".

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