giovedì 15 novembre 2012
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Caro direttore,
ma quale premio di maggioranza possono meritare partiti che non dovessero portare alle urne – nella loro sommatoria – il 50% più 1 degli Italiani? Nessun premio di maggioranza se i partiti non riescono a coinvolgere nel consenso la maggioranza degli Italiani. Mi spiego. È il popolo che deve concedere il premio di maggioranza andando a votare e non una legge votata dai partiti, soprattutto questi partiti che hanno accettato un 'governo di tecnici' per sottrarsi alla responsabilità di prendere decisioni impopolari anche se utili a uscire da una crisi così difficile e internazionale. La democrazia è basata sul voto delle singole persone. Imporre un governo con una maggioranza 'siciliana' (cioè di appena un terzo dell’elettorato) sarebbe partitocrazia, una presa in giro ancora più grande!
Benedetta Borsani
 
Mi pare che lei, gentile signora, auspischi in sostanza una riedizione delle regole elettorali del 1953. Interessante. Allora definirono la previsione di un 'premio di maggioranza' a chi otteneva almeno la metà più uno dei voti una «truffa» (e non lo era), oggi per l’ipotesi di una soglia minima per accedere posta un più giù – al 42,5 – si è parlato di «golpe» (e non lo sarebbe). A costo di sembrare un po’ fissato, penso – e so di essere affatto il solo – che la questione prioritaria sia riuscire, tra qualche mese, ad andare a votare con regole che tolgono ai vertici dei partiti e restituiscono ai cittadini la possibilità effettiva di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Quanto al 'premio di governabilità', mi limito a dire che bisogna almeno tentare di evitare pasticci: abbiamo già sperimentato a sufficienza – nelle due ultime legislature, con l’Unione di Prodi e il Pdl di Berlusconi – che il premio dato a soggetti elettorali strutturalmente conflittuali al proprio interno o messi assieme di forza ed evidentemente destinati a spaccarsi dopo il voto, è inutile e persino dannoso. Per il resto penso più che mai quel che ho annotato all’indomani del voto per il governo della Regione Sicilia: sarebbe «incredibile che qualcuno, per ipotesi, si illuda che nei prossimi difficili anni l’Italia possa essere efficacemente e pacificamente governata – in periferia e al centro – da coalizioni in grado di raccogliere un terzo dei consensi espressi dalla metà del corpo elettorale...». Anche se abbondamente premiata in seggi, una minoranza travestita da maggioranza non consentirebbe di 'reggere' efficacemente (e nel clima politico e sociale giusto) un Paese complesso come il nostro e tantopiù in una crisi complessa come l’attuale. Non lo consentirebbe a chiunque, politico vecchio o nuovo che sia.
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