Vita e morte: il terribile peso di pistole e guanti bianchi
mercoledì 20 giugno 2018

Gentile direttore,

desidero ringraziare per il bel servizio reso da “Avvenire” in occasione dell’udienza del Santo Padre al Forum delle famiglie di sabato scorso dove il Papa ha rimarcato che la famiglia, che è immagine di Dio, è solo quella tra uomo e donna e che la selezione dei figli fatta con raffinati strumenti diagnostici prima della nascita ai giorni nostri non è diversa da quella fatta dai nazisti o dagli spartani per la selezione della razza se non per l’uso “dei guanti bianchi”. Aggiungo che “ai guanti bianchi” ci si abitua facilmente per cui non colpisce più che in Italia (60 milioni di abitanti) negli ultimi 40 anni siano stati eliminati 6 milioni di figli cioè mediamente 150.000 figli/anno. E a parlarne bisogna stare ben attenti. Se invece si guarda su altri fronti si è abbastanza pronti a stracciarci le vesti. È il caso dell’uso delle armi negli Stati Uniti (323 milioni di abitanti) con circa 33.000 morti all’anno per arma da fuoco. Se però si fa uno zoom su questo dato si trova che dei 33mila morti, sono ben 22mila i suicidi e circa 11mila gli omicidi (dati 2013) con i primi evidentemente legati a una debolezza della vita familiare e delle sue relazioni. Conclusione: togliamo per quanto possibile le pistole dalla circolazione, ma soprattutto cominciamo a togliere “i guanti bianchi” a casa nostra.

Valter Boero vicepresidente Forum delle Famiglie Piemonte


Grazie del suo “grazie”, gentile e caro professor Boero. Le armi uccidono perché sono fatte per questo e l’unico modo sensato per usarle comincia dal disarmo delle società civili e dall’imposizione di una rigorosa “disciplina di pace” a chi le detiene per dovere e pubblico ufficio. I “guanti bianchi” (del personale sanitario) uccidono perché purtroppo, rovesciando l’antichissimo giuramento di Ippocrate e il cuore stesso della nostra umanità, qualcuno decide di usarli anche così. Le une e gli altri pesano nell’identico, terribile modo, ed è peso mortale. Perciò non c’è e non può esserci un qualche “soprattutto” da pensare e dire nell’impegno per porre argine e fine a tutto questo, c’è una stessa urgenza di vita e di bene. So che lei, io e tanti altri siamo d’accordo.

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