sabato 27 novembre 2021
Per battere la pandemia serve una moratoria dei diritti di proprietà intellettuale. Ma Bruxelles frena e propone la strada delle licenze volontarie e dell’apertura dei mercati
Vaccini, la Terza Via dell'Europa mette all'angolo i Paesi poveri

Ansa

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Solo poche settimane fa, una fragorosa mobilitazione internazionale teneva alta l’attenzione sulle lobby fossili e finanziarie che interferivano sulla Cop26, fino ai suoi colpi di scena conclusivi. Meno roboante di quello climatico, ma non meno tenace, il fragore della mobilitazione si sta trasferendo in queste ore a Ginevra. Qui, per un vezzo istrionico della storia, o per una escatologica maestria di segni dei tempi, sono in calendario tra pochi giorni due eventi decisivi: la dodicesima Conferenza Interministeriale (Mc12) dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc o Wto) e la sessione speciale dell’Assemblea mondiale della Sanità (Oms). L’Omc, anche se ieri sera si parlava di un possibile rinvio del vertice, deve negoziare un piano globale di ripresa dalla pandemia, in difficoltà dopo un ventennio di Doha Round fallimentare. L’Oms discuterà l’opportunità di negoziare un nuovo Trattato pandemico per la preparazione e risposta alle prossime crisi sanitarie, interiorizzate come ineludibile destino.

I delegati spiegano gli sforzi diplomatici con la necessità di 'salvare il multilateralismo', ma a Ginevra si respira un’aria di sostanziale paralisi e di incolmabile divisione sulle strategie da adottare per il futuro. A proposito di Covid, alla Mc12 al centro dell’agenda c’è la spinosa questione della moratoria dei diritti di proprietà intellettuale proposta a ottobre 2020 da India e Sudafrica. Una misura volta a sbloccare i monopoli che impediscono l’accesso alla conoscenza medica e il suo utilizzo per espandere e delocalizzare la capacità produttiva non solo per i vaccini, ma per tutti i rimedi che servono per contrastare il virus. La narrazione che i Paesi in via di sviluppo non siano in grado di fabbricare vaccini – sostenuta a ripetizione da Bill Gates, da Big Pharma e circoli affini – risulta ormai destituita di fondamento.

Public Citizen, che lavora da mesi con l’Imperial College di Londra, indica circa 57 Paesi pronti ad avviare produzioni farmaceutiche. A sua volta Medici senza frontiere ha identificato in uno studio parecchi produttori in grado di rispondere alle esigenze sanitarie del tutto disattese nei Paesi a basso reddito – in Africa, solo il 27% del personale sanitario risulta vaccinato, secondo i dati dell’Oms. Ancora: un’inchiesta del 'New York Times' di ottobre ha rivelato l’esistenza di capacità manifatturiere per avviare immediatamente la produzione di vaccini mRna di qualità, in uno scenario di distribuzione diffusa del tutto desiderabile, non solo perché farebbe crescere l’immunizzazione, ma anche perché impedirebbe l’insorgenza di nuove varianti.

La proposta della sospensione dei diritti di proprietà intellettuale – brevetti e non solo – gode di un consenso assai ampio dentro l’Omc: sono oltre cento gli Stati membri che l’appoggiano. Si sono espressi a favore di questa soluzione, prevista dal diritto internazionale con il Trattato di Marrakesh (1994), una vastissima gamma di organizzazioni internazionali, entità e rappresentanti della comunità scientifica, premi Nobel dell’economia ed esperti del mondo accademico. Dal Natale del 2020, papa Francesco ribadisce la necessità non più prorogabile di ricorrere a questa misura di giustizia pandemica. Una capillare mobilitazione della società civile globale è su questo tema da un anno, giorno dopo giorno, senza tregua. Oltre 700 parlamentari europei hanno sottoscritto la proposta, e il Parlamento Europeo solo pochi giorni fa ha votato a maggioranza il sostegno alla moratoria. È la terza volta che passa una risoluzione di questa natura. Ma la Commissione Europea, insieme a Gran Bretagna, Svizzera e Canada, blocca da mesi il negoziato, indebolendo l’Organizzazione già moribonda.

Dentro il cosiddetto Ottawa Group – nucleo ristretto di Paesi occidentali a difesa delle ragioni dei monopoli – la Ue si agita per assicurare il deragliamento della richiesta di India e Sudafrica. L’ultima trovata è quella di una moratoria sulle licenze obbligatorie, ma tecnicismi a parte ciò che Bruxelles ha imposto al mondo, G20 compreso, è la cosiddetta Terza Via. Un sistema che punta sì a rimuovere gli attuali ostacoli all’incremento della produzione di strumenti essenziali contro Covid-19, ma tramite incentivi alle industrie farmaceutiche affinché rilascino licenze volontarie per il trasferimento di tecnologie alle aziende nei Paesi del Sud del mondo, in cambio di abolizione delle restrizioni commerciali, abbattimento delle barriere doganali, facilitazioni fiscali. Così i monopoli sono salvi. Così, anche in tempo di pandemia, la società può restare accessoria alle logiche della concorrenza e del mercato.

La decisione dell’Omc di organizzare un appuntamento negoziale tra i ministri del Commercio dei 164 Stati membri 'in presenza', nel mezzo della nuova ondata di contagi in Europa, è parecchio controversa per ovvi problemi di sicurezza. Diversi rappresentanti del Sud globale non potranno comunque venire perché i loro Paesi non hanno voli commerciali che operano sull’Europa, o su Ginevra. Quelli in condizione di farlo dovrebbero farsi trafile di quarantena darwiniane sotto il profilo finanziario. I ministri immunizzati con vaccini non validati in Europa sono sorvegliati speciali con i test periodici. A Ginevra il dibattito sulla legittimità delle decisioni della Mc12 è aperto. Complica le cose la notizia che Gran Bretagna, Germania, Italia e Svizzera hanno sospeso gli arrivi dal Sudafrica per via dell’ultima variante (B.11.529) identificata nel Paese. Una variante tosta. Dotata di una «inusuale costellazione di mutazioni», dice il Ministero della Salute sudafricano. Proprio per questo il rinvio è un’ipotesi molto probabile.

Il mondo sta per entrare nel terzo anno di pandemia, dal primo focolaio riconosciuto a Wuhan, e Sars-CoV-2 continua a viaggiare, a proprio agio nell’inettitudine della comunità internazionale, in un movimento feroce ma vitale, che ci parla della nostra ferocia. Smaschera la malattia come metafora di una condizione umana che si crede sana ma è disseccata nell’anima – lo ha intuito a suo tempo Susan Sontag. E i delegati presenti a Ginevra rappresentano una piccola folla «indaffarata e gesticolante alla perdizione», per dirla con l’immagine di Emmanuel Mounier, che sotto la coltre di una retorica solidaristica dell’equità ha in effetti smarrito l’ultimo briciolo di empatia.

Come credere dunque alla buona fede dell’Europa, quando all’Oms esercita la sua leadership sanitaria per annunciare la inevitabilità di un Trattato pandemico, con il beneplacito della grande industria farmaceutica? All’Assemblea speciale dell’Oms, che si svolgerà online, la forte spinta al Trattato pandemico risulta sospetta. Ha tutta l’aria di un gioco sofisticato per trasformare l’Oms – favorevole alla proposta di India e Sudafrica – nel terreno di attuazione della Terza Via, da blindare all’Omc. La sofisticata strategia immunopolitica europea è pericolosa, però. Non salva il multilateralismo. Casomai lo danneggia.

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