Una «Fandesca» e l'origine sacrosanta del femminismo
sabato 16 febbraio 2019

Gentile direttore,
vorrei solo precisare – come mi tocca sempre in discussioni con chi travisa questo termine – che il “femminismo” rettamente inteso indica un movimento giustissimo e ineluttabile. Purtroppo, ultimamente è diventato per tanti quasi sinonimo di imbecillità, ma l’origine sta in una sacrosanta richiesta di “diritti” di uguaglianza, di rispetto, di equi trattamenti giuridici... Le scrivo perché ho visto casualmente su “Avvenire” online un titolo relativo a vicende bergamasche e nel testo il termine femminismo citato a proposito di vicende locali. Io mi sono autonominata FAnDesCa, cioè Femminista Anarchica di Destra e Cattolica. Ho quasi 86 anni, e diventai femminista quando ne avevo 10 o 12, quando manco sapevo esistesse il termine. Semplicemente rivendicavo il diritto a fare o non fare cose che i miei fratelli gestivano senza doversi scontrare sempre con i “non sta bene”, i “si fa” e i “non si fa”. Se adesso le “femministe” sono delle citrulle imbevute di pregiudizi pro-aborto ecc. è ora di fondare un movimento nuovo. Non è obbligatorio essere cattoliche o di destra, ovvio. Certamente “Avvenire” preferirà un moderato “sinistrismo”, pazienza. Grazie, direttore, e mi scusi... l’ingerenza!

Maria Angela Gobbi

Lei mi sembra lucidamente fuori dagli schemi, gentile signora Gobbi. E da quel che intuisco è un abito mentale che le è proprio da una vita. Perché non prova a uscire dagli stereotipi anche nel giudicare l’informazione e le battaglie culturali di un giornale come il nostro che ama le intelligenti “ingerenze” dei nostri lettori (anche solo online)? Un augurio per questi suoi battaglieri 86 anni e un cordiale saluto.

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