mercoledì 1 giugno 2022
Joe Biden annuncia l'invio di sistemi più potenti, ma non come quelli promessi in un primo momento. Mosca insorge, la battaglia del Donbass, adesso favorevole a Mosca, è destinata quindi a prolungarsi
Guerra giorno 98: arrivano i missili Usa e lo scenario può cambiare di nuovo
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Giunta al 98° giorno, la guerra in Ucraina vede riavvolgersi il nastro alla settimana scorsa. Le parole del presidente Joe Biden, male interpretate da molti e prese strumentalmente alla lettera da Mosca, sembravano chiudere all’invio di nuovi lanciatori a lunga gittata per le truppe di Kiev. Ma le dichiarazioni della Casa Bianca erano da interpretare meglio (come si è fatto in questa rubrica) e in queste ore se ne è avuta conferma. In un articolo sul “New York Times”, Biden scrive: “Ho deciso che forniremo agli ucraini sistemi missilistici e munizioni più avanzati che consentiranno loro di colpire con maggiore precisione gli obiettivi chiave sul campo di battaglia". E si intende solo all’interno dei propri confini, senza raggiungere il suolo russo. Circostanza subito confermata dal presidente Volodymyr Zelensky, grato per i rifornimenti.

"L'obiettivo dell'America è chiaro: vogliamo vedere un'Ucraina democratica, indipendente, sovrana e prospera, con i mezzi per scoraggiare e difendersi da ulteriori aggressioni", dice il presidente americano, che ribadisce come la “guerra finirà definitivamente solo con la diplomazia”. Le armi, richieste da tempo dall'Ucraina, serviranno a colpire più e meglio le postazioni nemiche da una distanza maggiore. Finora gli Stati Uniti avevano tergiversato sulla richiesta per timore che le armi potessero essere utilizzate contro obiettivi in Russia. Nell'undicesimo pacchetto di aiuti militari approvato da Washington dal 24 febbraio scorso, troveranno posto anche elicotteri, armi anticarro, veicoli tattici e pezzi di ricambio.

L’annuncio ufficiale ha irritato il Cremlino, il cui portavoce, Dmitry Peskov, ha detto che gli Stati Uniti stanno "direttamente e intenzionalmente aggiungendo benzina al fuoco" con le loro forniture di armi all'Ucraina. Nelle stesse ore, il governo tedesco ha promesso di inviare un sistema di difesa aerea a Kiev. Il cancelliere Olaf Scholz ha spiegato ai parlamentari che il sistema IRIS-T è il più moderno in possesso della Germania e consentirà all'Ucraina di difendere un'intera città dagli attacchi aerei russi. Ha aggiunto che fornirà anche radar di tracciamento in grado di rilevare l'artiglieria nemica e lanciarazzi multipli.

Secondo fonti della Casa Bianca, citate dalla Bbc, i nuovi armamenti Usa comprenderanno il sistema M142 High Mobility Artillery Rocket System (Himars), anche se non è specificato quanti ne verranno forniti. Gli Himars sono in grado di lanciare missili multipli a guida di precisione Gps verso obiettivi distanti fino a 70-80 chilometri (rispetto ai 300 dei sistemi promessi in un primo momento), molto più potenti dell'artiglieria attualmente in dotazione all'Ucraina. Si ritiene inoltre che siano più efficienti dei loro equivalenti russi. Risultano anche molto più veloci da ricaricare e, come suggerisce il nome, i veicoli di lancio possono spostarsi rapidamente da una posizione all'altra.

Con gli Himars, l’esercito di Kiev cercherà di colpire obiettivi ben al di là della sua attuale portata: centri di comando e controllo, hub logistici e le batterie russe che tengono bloccate le truppe ucraine nel Donbass, dove attualmente l’inerzia è a favore dell’Armata d’invasione, ma potrebbe rovesciarsi grazie agli arsenali Usa in arrivo. Mosca controlla attualmente quasi il 70 per cento della città contesa di Severodonetsk. Il comando ucraino ha optato per una ritirata organizzata e graduale verso Lysychansk, più conveniente per la difesa, piuttosto che cercare di tenere il terreno fino all'ultimo uomo. Il contingente ha così potuto tenere aperta la linea dei rifornimenti.

I russi, presumibilmente, continueranno ora con gli attacchi frontali a Lysychansk e con i tentativi di attraversare il fiume tra le due città gemelle. I tentativi di colpire le retrovie ucraine e di circondare le truppe di Kiev lì dispiegate non hanno avuto finora successo. Ritirarsi da Severodonetsk a Lysychansk, situata sull'altra sponda del fiume Siverskiy Donets, è sensato per i difensori ucraini, secondo gli analisti militari, dato che quest'ultima città è situata a un'altezza di 100-150 metri rispetto a Severodonetsk, rendendola più difendibile.

L’esercito di Kiev prosegue anche la sua lenta controffensiva nel Sud, nella regione di Kherson. La manovra potrebbe costringere il Cremlino a spostare uomini e mezzi dal Donbass per non perdere le posizioni già conquistate. Come ha ribadito il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al momento la guerra in Ucraina appare destinata a durare "ancora molti mesi". Unica nota positiva l'avvio di un processo condiviso per la consegna del grano ucraino, il cui sblocco non è comunque vicino.

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