giovedì 28 aprile 2022
La richiesta fatta da Biden di altri 20 miliardi di dollari in armamenti per Kiev fa salire ancora la tensione con il Cremlino. A Mosca i misteri sugli esponenti del potere economico trovati "suicidi"
Guerra giorno 64: escalation militare e il giallo degli oligarchi russi morti
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Nel giorno 64 della guerra in Ucraina, il presidente americano ribadisce la linea dura contro la Russia e chiede al Congresso altri 33 miliardi di aiuti per l’Ucraina, di cui 20 miliardi solo per armamenti. Mentre il segretario generale dell’Onu Guterres prende atto che per ora non ci sono spiragli diplomatici da esplorare, i timori che il conflitto possa prolungarsi e anche allargarsi diventano sempre più concreti. La crisi si avvita anche rispetto allo strumento delle sanzioni, con l’Europa che rischia di dividersi davanti alla richiesta di Mosca di aprire conti in rubli per continuare a ricevere gas.

In tutto questo, il Cremlino sembra avere assunto una linea sempre più dura che non ammette deviazioni. E nella partita possono avere un ruolo gli oligarchi e gli alti esponenti dell’economia che costituiscono un cerchio di potere vicino allo Zar Putin. Ha fatto scalpore Igor Volobuev (nella foto), importante funzionario di Gazprombank, il terzo più importante istituto di credito del Paese, che ha annunciato di essere fuggito per andare a combattere al fianco delle forze di Kiev. "Non riuscivo a guardare quello che la Russia stava facendo alla mia patria", ha detto ad alcuni giornali.

Nelle stesse ore, il presidente Usa, Joe Biden, ha proposto la confisca e il sequestro dei beni degli oligarchi sanzionati dagli Stati Uniti per utilizzarli nella ricostruzione dell'Ucraina. "Ciò consentirà che quando i beni verranno venduti, i fondi possano essere utilizzati direttamente per rimediare al danno causato dalla Russia al Paese che ha invaso".

Intorno agli oligarchi russi nell’accezione più larga, vi è anche una lunga scia di sangue e misteri. La scorsa settimana, due di essi sono stati trovati morti insieme alle loro famiglie a distanza di 48 ore l'uno dall'altro in presunti omicidi-suicidi. Sono gli ultimi di una serie di importanti esponenti del mondo delle imprese a morire in circostanze non ancora chiarite negli ultimi mesi, secondo quanto ricostruito dalla rivista “Fortune”. Peraltro, nel 2017, il quotidiano “Usa Today” aveva pubblicato un rapporto investigativo che riferiva di 38 oligarchi morti o scomparsi in un periodo di tre anni.

Secondo, “Fortune”, sono questi i casi recenti più controversi. Il 18 aprile, Vladislav Avayev, ex vice presidente di Gazprombank, sua moglie e sua figlia tredicenne sono stati trovati morti nel loro appartamento di Mosca, secondo la versione ufficiale. Due giorni dopo, il corpo di Sergey Protosenya, 55 anni, un ex dirigente di Novatek - il più grande produttore indipendente di gas naturale in Russia -, un patrimonio di 433 milioni di dollari, è stato trovato impiccato fuori dalla villa spagnola che aveva affittato con la sua famiglia. Sua moglie e sua figlia di 18 anni sono state trovate pugnalate a morte nei loro letti. La Novatek, dove Protosenya aveva lavorato dal 1997 al 2015, ha diffuso una dichiarazione che mette in dubbio l’ipotesi dell’omicidio suicidio: "Protosenya era una persona eccezionale e un meraviglioso padre di famiglia”.

In marzo, il miliardario russo Vasily Melnikov è stato trovato morto nel suo lussuoso appartamento nella città russa di Nizhny Novgorod insieme alla moglie e ai due figli, tutti uccisi da ferite da taglio. Secondo “Kommersant”, le indagini della polizia hanno stabilito che l'uomo ha ucciso la moglie e i figli prima di suicidarsi. Melnikov era un dirigente della azienda MedStom, fortemente colpita delle sanzioni imposte a Mosca. Alla fine di febbraio, pochi giorni dopo che la Russia aveva invaso l'Ucraina, Mikhail Watford, 66 anni, magnate del petrolio e del gas, è stato trovato impiccato nel garage della sua casa nel Surrey, in Inghilterra.

Il 25 febbraio, l'ex dirigente di Gazprom Alexander Tyulyakov, 61 anni, è stato trovato impiccato nel garage del suo condominio vicino a San Pietroburgo, secondo i media russi. La polizia ha detto di aver trovato una lettera d'addio accanto al suo corpo, che ha portato gli investigatori a credere che sia morto per suicidio. Chiude l’elenco di “Fortune”, Leonid Shulman, 60 anni, anch’egli alto dirigente di Gazprom, finito sotto inchiesta per una presunta frode e trovato senza vita per apparente suicidio a gennaio, prima che la Russia avviasse la guerra. Anche in questo caso una lettera sembrerebbe avvalorare l’ipotesi della morte volontaria. Ma, come in alcuni altri casi, non tutto è così lineare.

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