martedì 9 maggio 2023
Il giorno della Vittoria celebrato a Mosca con minacce all'Occidente ma parata ridotta e timori diffusi. A Kiev von der Leyen dice: qui il cuore dei valori europei. Una nuova arma prodotta in Italia
Vladimir Putin alla Festa della Vittoria

Vladimir Putin alla Festa della Vittoria

COMMENTA E CONDIVIDI

La guerra in Ucraina è giunta al giorno 440, che è stato segnato da due cerimonie di segno molto diverso a Mosca e a Kiev, per celebrare la Vittoria sovietica sul nazismo in Russia e per festeggiare l’Europa sul fronte opposto. Il 9 maggio, nella Federazione, è sempre stata l’occasione per una prova di forza militare e politica, ma questa volta tutto è stato sottotono. E ha avuto buon gioco la propaganda di Zelensky nell’evidenziare i segnali di debolezza involontariamente mandati al mondo intero dalla Piazza Rossa.

Un evento lampo per il presidente Putin nel secondo anno di invasione, tra mezzi bellici da museo e, di nuovo, come nel 2022, nessun aereo a sorvolare il centro della capitale. Il capo del Cremlino è riuscito comunque a far arrivare vicino a sé (si dice anche per proteggersi da eventuali attacchi ucraini) i leader dei sette Paesi della Comunità degli stati indipendenti (Kazakistan, Uzbekistan, Armenia, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan, Bielorussia) che non tutti, nei mesi scorsi, avevano espresso grande solidarietà per l’“Operazione militare speciale”. Putin ha parlato solo una decina di minuti. E l'intera cerimonia si è risolta in meno di un’ora. Il tutto in una città nervosa - come ha ammesso un funzionario del Comune - dopo l'attacco con i droni della scorsa settimana.

Il presidente ha detto che il mondo è a un "punto di svolta", con una "vera guerra" in corso contro il suo Paese, cercando così di collegare l'aggressione del 24 febbraio dell’anno scorso alla lotta contro Hitler, grazie alla tesi per cui Mosca sta difendendo la propria sovranità. Lo Zar ha anche sostenuto che la Russia vuole un futuro "pacifico" e ha accusato l'Occidente di avere seminato "odio e russofobia".

Alla parata, con le truppe a piedi, soltanto un carro armato (anche se c'erano alcuni missili e le autoblindo). C’è da pensare che la gran parte di quelli funzionanti e “presentabili” siano al fronte, sulla prima linea o nelle trincee scavate per reggere l’urto della prossima controffensiva di Kiev. È stato calcolato sulla base di prove fotografiche che 1.937 carri armati e 838 blindati russi sono stati distrutti nei quasi 15 mesi di conflitto, oltre a duemila mezzi di artiglieria. Alcuni eventi collegati alla ricorrenza in altre città sono stati ridimensionati o cancellati per problemi di sicurezza, completando un quadro dimesso della Festa nazionale.

Il tutto, insieme ai nuovi video di invettive del capo della milizia Wagner Prigozhin, hanno dato il senso di una Russia non allo zenit della propria potenza e incerta su come proseguire il conflitto. Prigozhin è tornato a criticare la condizione delle operazioni belliche e a parlare con tono irrispettoso del presidente come di un “nonnino”, epiteto che a pochissimi è concesso di utilizzare impunemente in pubblico per rivolgersi al Comandante supremo.

Nelle stesse ore, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, giunta nella capitale ucraina per un incontro con Volodymyr Zelensky, annunciava che Kiev è il "cuore pulsante" dei valori europei, mentre il presidente proclamava che il successo nel respingere i recenti attacchi dal cielo dimostra che "possiamo vincere su questo aggressore". Le Forze armate hanno infatti comunicato che le difese aeree hanno abbattuto 15 missili da crociera russi lanciati durante l’ultima notte.

"L'Ucraina è sulla linea del fronte in difesa di tutto quello che noi europei abbiamo a cuore: la libertà, la democrazia, la libertà di pensiero e di parola", ha scandito von der Leyen, durante una conferenza stampa congiunta con Zelensky. “In Russia, Vladimir Putin e il suo regime hanno distrutto questi valori e ora tentano di distruggerli qui in Ucraina, perché hanno paura del successo che rappresentate e dell'esempio che date. Hanno paura del vostro percorso verso la Ue", ha spiegato. Nella giornata dell’Europa, anche il cancelliere tedesco Scholz ha ribadito i progressi di Kiev verso il possibile ingresso nell’Unione, anche se qualche tensione è in atto sui dazi per il grano. Kiev li vuole ancora annullati sul proprio export, Bruxelles deve fare i conti con le proteste del settore agricolo.

A livello militare, il Pentagono ha nel frattempo ufficializzato un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina di 1,2 miliardi di dollari "per riaffermare il costante sostegno degli Stati Uniti". L'obiettivo è "rafforzare le difese aeree e sostenere il fabbisogno di munizioni di artiglieria". Secondo una classifica dei “donatori”, l’America è soltanto il quarto fornitore di tank a Kiev, con 76 mezzi consegnati, contro gli 80 circa tedeschi e gli 85 olandesi. Di gran lunga prima in questa graduatoria è la Polonia, con 325 carri armati inviati alle forze armate di Kiev. Quinta la Repubblica Ceca con 50 esemplari.

Si è anche appreso che vengono prodotti in Italia alcuni dei componenti del sistema di difesa aerea Oerlikon Skynex, che starebbero per essere utilizzati in Ucraina entro i prossimi mesi. A produrli è la Rheinmetall, azienda con sede legale in Germania che ha siti di produzione in tutto il mondo e che ha da tempo rilevato la svizzera Oerlikon, dove sono stati inizialmente sviluppati i cannoni per la difesa aerea dello Skynex. Il sistema a corto raggio punta a neutralizzare soprattutto droni. Lo stabilimento italiano appartiene alla Rheinmetall Italia, fa parte dello stesso gruppo ed è tra le principali aziende nella difesa aerea e nella tecnologia radar.

A livello diplomatico va registrato un nuovo intervento del ministro degli Esteri cinese Quin Gang, in visita in Germania. "Noi deploriamo che la guerra, iniziata oltre un anno fa, non sia ancora finita. Ed esortiamo entrambe le parti a chiuderla", ha detto a Berlino dopo un colloquio con la sua omologa Annalena Baerbock. Il ministro ha ricordato il piano di pace presentato da Pechino e ha sostenuto che è stato "salutato positivamente sia dalla Russia sia dall'Ucraina. Noi continuiamo a spingere per i negoziati. Mosca ha affermato di essere aperta alla trattativa".

A gelare le speranze le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: "Purtroppo al momento non sono possibili negoziati. Entrambe le parti sono convinte di poter vincere". Il pessimismo sulle prospettive di pace nasce dalla convinzione di Guterres che la Russia "al momento non sia pronta al ritiro dai territori occupati. E io credo che l'Ucraina speri di respingere" gli invasori.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: