venerdì 23 ottobre 2015
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Ormai è uno stillicidio. Non passa settimana che la metropolitana di Roma non assurga agli onori (si fa per dire) della cronaca per incidenti, scioperi e disservizi che fanno imbestialire gli utenti, già quotidianamente stressati da un sistema di mobilità cittadina in confronto alla quale le lumache sembrano Usain Bolt e ora vessati anche dalle continue interruzioni di servizio per i più diversi motivi. Ieri, la causa è stata la «rottura della rete aerea di alimentazione», la settimana scorsa il deragliamento – probabilmente dovuto alla rottura dei freni – di un convoglio in manovra e, dunque, per fortuna vuoto. L’estate scorsa vari altri episodi che, insieme ai due ultimi, compongono una fastidiosa collana della quale i romani farebbero volentieri a meno. E infatti i romani non ne possono più: anche ieri mattina le rumorose proteste di migliaia di utenti, bloccati mentre si recavano al lavoro, non sono mancate, così come sono arrivati puntualissimi i rimpalli di responsabilità tra i diversi livelli amministrativi coinvolti in una mala gestione che purtroppo è annosa e profonda. Con il Giubileo alle porte non è sicuramente un buon biglietto da visita. Anzi, è un deciso campanello d’allarme. Ed è comprensibile la preoccupazione diffusa a più livelli, specie considerando la confusione politicoamministrativa che ancora avvolge il Campidoglio.  Comprensibile ma, si spera, non paralizzante. Bisogna infatti trasformare quei campanelli d’allarme in potenti spinte all’azione. Non è certo questo il tempo di lacrime di sconforto o di altre polemiche, ma di una sterzata urgente e decisa. Che si tratti di un commissario ad hoc (come proposto ieri) o di altri modi, la cosa più importante è una indispensabile inversione di tendenza.  E tanto più lo si potrà fare quanto prima (al di là della concreta via individuata) vi sarà una corale assunzione di responsabilità, ognuno al proprio livello: dalla politica ai vertici dell’azienda municipalizzata, dai lavoratori agli stessi utenti, chiamati ad esempio ad evitare comportamenti deplorevoli come l’aggressione nei confronti degli operatori dell’Atac. Proprio ieri il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, ha ribadito che alla città serve una scossa e che il Giubileo deve essere l’occasione di una «ripartenza ». Per quanto i tempi siano risicati, l’impresa non è impossibile. E la posta in gioco è troppo importante. Ne va oltre tutto dell’immagine dell’Italia e della sua capitale di fronte al mondo.
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