venerdì 8 ottobre 2010
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C’è a Milano chi si preoccupa del bene comune e chi, invece, si occupa di fare propaganda. C’è chi si fa carico del dramma di persone concrete e del rispetto della legalità (nonché dei patti sottoscritti anche dagli enti pubblici) e chi, invece, carica a testa bassa invocando quelle regole di cui non si cura e che piega e umilia dentro slogan sulfurei. C’è chi lavora per l’integrazione e per la non-discriminazione di chiunque e chi, invece, straparla di privilegi altrui compiendo ingiustizie mirate e addirittura sbandierate. Il primo soggetto è la Chiesa Ambrosiana, con le sue molteplici espressioni di carità e solidarietà. Il secondo soggetto sono taluni politici – e spiace dover registrare ancora una volta i nomi del vicesindaco pdl De Corato e del presidente leghista del Consiglio regionale lombardo Boni – che non esitano a dar vita contro la Chiesa a polemiche che sembrano prese di peso dall’armamentario polemico di certi comunisti di una volta. Ma le parole volano (soprattutto quelle insulse), i gesti d’ingiustizia restano, pesano e giudicano chi li compie.
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