domenica 17 giugno 2012
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Caro direttore,
è doveroso tagliare i costi dell’apparato statale poiché, come si evince dai dati forniti da Bankitalia, il debito pubblico è sempre in aumento. È incomprensibile che contemporaneamente siano in aumento anche i prelievi fiscali, che impoveriscono sempre di più i cittadini! Cordiali saluti.
Renato Invernizzi
 
Tagliare non è mai indolore. Ma si può fare, caro signor Invernizzi, e in molti casi si deve fare.
Proprio come oggi nella nostra Italia. Io preferirei quasi che si usasse l’immagine del 'turare le falle' dalle quali scorrono via le risorse di tutti, perché anche di questo si tratta. Ma è inutile girarci intorno: le risorse non si disperdono, finiscono in laghi e laghetti privati, in qualche acquitrino e in autentiche paludi oltre che nelle tasche di alcuni impiegati infedeli dello Stato (e degli Enti locali) e di tanti – infinitamente di più dei disonesti – dipendenti pubblici che fanno il loro dovere o almeno ci provano. Tagliamo, insomma, con rigore e giudizio. Non esistono fortune private che giustifichino la pubblica sfortuna che stiamo sperimentando in questo tempo di crisi e di sacrifici, niente è ineluttabile e soprattutto non lo sono lo spreco e la corruzione; tanto di buono c’è da ottimizzare e preservare anche nella spesa pubblica e penso in particolar modo al nostro sistema di welfare, alla sanità e all’istruzione. Tagliare si deve, credo. E penso che sia una necessità e un’arte, frutto di sensata fatica e di civile sapienza: come quando si pota un albero perché non si inselvatichisca, non si essicchi e si prepari a nuove stagioni e a nuovi frutti.
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