sabato 14 aprile 2012
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Il ragazzo, ritratto in stile vagamente naïf, si sbrac­cia mentre le onde stan­no per travolgerlo. Sotto, u­na piccola, semplice frase, quasi un ricamo di gioia: «Hai salvato mio figlio dal­l’alluvione, grazie!». Poco più in là una ragazzina aggredita da un cane rabbioso che di colpo si cheta, come vinto da una forza misteriosa. Pochi metri ancora ed ecco il sorriso di una bimba appena nata, la grazia di una maternità che sembrava im­possibile. E poi piccoli cuori di stoffa ad ab­bellire la statua di legno, bamboline di pez­za, bigliettini scritti con grafia incerta ad ac­carezzare il gambo di un fiore. La lunga parete del santuario con i confes­sionali in fila è un unico enorme dipinto di gratitudine, un coloratissimo mosaico di storie piccole, magari banali, eppure – o for­se proprio per questo – uniche. Perché gli ex voto non sono nient’altro che la fotografia di una fede semplice, quella che sa recitare i misteri gaudiosi anche nella sofferenza, e di fronte alle difficoltà o nella solitudine trova la forza di alzare lo sguardo al cielo. È la vita quotidiana che diventa preghiera, è la fede intessuta di carne viva, sangue, respiri. Sba­glia chi cerca in quei quadri dai tratti impro­babili opere d’arte o sorride per il gusto un tantino kitsch delle targhe dorate. Non è il gusto estetico che vogliono catturare gli au­tori di quei miniritratti, ma la descrizione di un attimo che ha cambiato la loro esistenza, la consapevolezza della propria finitezza che si apre all’eterno presente di Dio. E il modo più semplice e vero per farlo è dire «grazie» a chi alle frasi forbite preferisce la semplicità di un cuore sincero. Ecco, allora, che la nuova iniziativa lanciata oggi a Genova non è – o meglio non è sol­tanto – un’operazione culturale. Perché il si­to web italiavotiva.it inaugurato questo po­meriggio nel capoluogo ligure sarà sì il viag­gio in un genere pittorico quasi sempre snobbato, ma soprattutto un piccolo alma­nacco della grande storia dell’umanità, co­struita sulle vicende semplici di cui è fatta la vita delle persone. Nascerà così un museo virtuale in cui dare spazio alle tavolette voti­ve che dal Nord al Sud popolano i nostri santuari. In quei quadri c’è tutto il lavoro e la sofferenza dell’uomo, il sudore dei conta­dini e la fatica dei pescatori, la paura della guerra e la gioia del ritorno a casa. Soprat­tutto ci sono i tantissimi modi che l’uomo sa trovare per rendere grazie a Dio del dolore diventato gioia, delle lacrime trasformate in sorriso, della comunione che sconfigge la solitudine. Ci piace pensare che quelle pagine web sfogliate magari nel silenzio della propria stanza, possano divenire come un unico grande Rosario capace di dire a tutti che il male non ha l’ultima parola, che anche nelle situazioni più tragiche c’è sempre una via d’uscita, che la preghiera sa scardinare ogni resistenza. E chissà che guardandosi dentro, una volta superata la crisi, non si debba dire grazie proprio all’ultimo degli uomini, alla persona più antipatica, al collega che meno avevamo considerato. Perché Dio per agire sceglie uo­mini e strade che lui solo conosce. Una con­statazione che porta con sé la speranza di diventare a nostra volta strumenti di gioia e segni di gratitudine. Come piccoli, magari banali ex voto, dipinti sulle pareti delle no­stre vite.
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