giovedì 2 giugno 2011
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Lo scenario è sconfortante, soprattutto perchè già visto e già vissuto. In più questa volta ci sarebbe l’aggravante di atleti che non hanno alcuna remora, che per denaro fanno qualsiasi cosa: persino mettere di nascosto sonnifero nelle bottiglie dell’acqua dei compagni per favorire le proprie o altrui scommesse. Cose che non accadono più nemmeno nelle corse dei cavalli. Ora ci attende probabilmente un’altra lunga estate di processi, intercettazioni svelate, odore di marcio per uno sport che ancora non aveva finito di rialzarsi dallo scandalo precedente. Non è più il Moggi o l’arbitro venduto di turno: qui - dice l’impianto accusatorio - anche chi gioca, trucca. Il calcio come il ciclismo? L’impressione diffusa di non potersi più fidare di nessuno, nemmeno di chi sembra spingere il pallone in una direzione. È questa la scommessa più brutta da perdere.
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