giovedì 17 settembre 2015
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I toni da adunata possono non piacere e l’expottimismo come variante moderna del patriottismo lascia perplessi, ma la Giornata dell’Agricoltura promossa dalla Coldiretti segnala indubbiamente un cambiamento di mentalità politica. Il presidente della bonomiana Roberto Moncalvo ha salutato la «prima detassazione dal Dopoguerra ». Enfatico ma non casuale: rievoca un’alleanza antica; ieri urgeva la ricostruzione, oggi la ripresa.  Il duplice taglio a Imu e Irap annunciato da Renzi è una boccata d’ossigeno per chi si misura quotidianamente con una concorrenza globale che non è gravata né dai nostri vincoli né dai nostri costi. Con questa scelta, l’esecutivo dimostra consapevolezza dell’importanza di investire su un settore finora negletto e di farlo perché confida nella sua capacità di dare un contributo reale alla ripresa. È già successo. Alla fine degli anni Cinquanta, quando la Coldiretti ottenne la pensione d’anzianità 'con lo sconto' per i lavoratori dei campi. Poi, però, e avvenne per decenni forgiando la società e la cultura, abbiamo creduto di essere tutti operai, poi tutti impiegati ed infine tutti manager e tutte veline: se non che, come ha ricordato martedì Carlin Petrini, «abbiamo ancora facce da contadini» e, anche se l’Italia rurale non esiste più, ci sono ancora 1,6 milioni di aziende agricole che realizzano il 15% del Pil nazionale. Senza di loro il tanto decantato made in Italy agroalimentare e il suo bagaglio di tradizioni e di valori – anche finanziari – non esisterebbero.  La novità è che la politica se ne renda conto ed è una novità maturata all’Expo. Che forse non darà un contributo decisivo a risolvere il problema della fame nel mondo, ma, costringendo tutti a disquisire ininterrottamente sulla produzione di cibo, ha imposto alla politica di prendere coscienza del ruolo di chi quel cibo lo produce. «Cos’è un’Expo senza i contadini?» ha ripetuto per mesi proprio Petrini, il quale alla convention ha arringato i berretti gialli sull’antinomia tra 'valore' e 'prezzo', speculare a quella tra fame e sviluppo. Ora che i 'contadini' hanno riconquistato il loro posto, resta da trovare quello dei poveri, come chiedeva papa Francesco all’inizio dell’esposizione internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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