Se la fiaccola non si solleva più
mercoledì 7 novembre 2018

Ci sono nazioni così povere da avere solo l’arroganza dei soldi e del potere. E paradossalmente è questo ora il triste rischio degli Stati Uniti d’America guidati dal presidente Donald Trump che, per meri fini elettorali, cavalca spregiudicatamente le paure rinnegando persino i valori morali su cui è fondata la Costituzione americana. L’ultima angoscia spacciata al popolo viene come le cronache continuano a testimoniare dalla carovana dei migranti latinos – honduregni, salvadoregni, guatemaltechi e altri – che, in fuga dai loro poveri e martoriati Paesi, si sono messi in marcia verso gli Stati Uniti in cerca di protezione e di futuro. Una marcia di migliaia di chilometri di poveri diseredati e umiliati.

Sufficiente per Trump per alimentare i timori di un’invasione che porterebbe via il pane agli statunitensi, mettendo in pericolo la loro sicurezza. Ci sarebbe da ridere, ma purtroppo c’è da piangere. La demagogia è arrivata al punto da mettere davvero in discussione il 14° emendamento della Costituzione, quello che garantisce la cittadinanza a chi nasce sul suolo americano. Praticamente il cuore dell’essenza americana, di una nazione nata da migranti di ogni origine che hanno soppiantato i nativi. Il popolo del Grande Paese plurale e unito che, nel Novecento, è divenuto simbolo della libertà e della democrazia e che (non certo senza errori) ha raggiunto livelli di sviluppo mai visti ed è arrivata a piantare il suo vessillo sulla Luna, ora dovrebbe essere tremebondo dinnanzi a questi poveri esseri umani? Certo, gli Usa sono una nazione dove l’integrazione non è poi così facile, basti considerare come la questione razziale sopravviva e la diversità di pelle susciti ancora rigurgiti razzisti, ma è davvero difficile accettare la strumentalizzazione della povertà. I dollari non bastano a fare gli uomini e anzi possono degradare la coscienza morale di un popolo, se non si attinge alle virtù e alle capacità politiche.

Agli Stati Uniti non mancano certo anticorpi culturali, morali e democratici per sconfiggere certe mostruosità e auspichiamo che questo avvenga anche per la nostra salvezza perché, come sappiamo, quanto accade in America ha sempre conseguenze a catena in tutto il mondo. C’è anche da ragionare, ancora una volta, sull'inconsistenza di parola e d’azione dell’Onu . E tuttavia l’Organizzazione delle Nazioni Unite è imprescindibile se non vogliamo che il mondo torni a essere un immenso ring ove i rapporti di forza si stabiliscono a suon di cazzotti. Alla base della Statua della Libertà vi è una scritta che dà i brividi: «Tenetevi, o antiche terre, la vostra vana pompa – grida essa [la statua], con le silenti labbra –. Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare libere, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata». Questa è l’America che abbiamo imparato ad amare, quella che ha accolto i nostri conterranei in cerca di pane e futuro. Vogliamo continuare a sperare che quella fiaccola continui a essere viva luce per noi e per le future generazioni.

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