Se i malviventi rivendono le tombe e anche la morte non ha più pace
martedì 19 settembre 2023

Francamente, speravamo che l’istinto borghese a sottrarre tutto a tutti cessasse con la morte: la vita è una guerra, ma la morte è una tregua, nessuno ruba più e tutti stiamo in pace. La pace non è nelle aziende, nelle famiglie, è soltanto nei cimiteri. Quando i nostri cari morivano, li lasciavamo andare pronunciando l’ultimo saluto: “Adesso siete in pace”. Perciò è dolorosa e disgustosa la notizia, arrivata nei giorni scorsi, a dirci che ci sono cimiteri in cui continua la stessa guerra che c’è nelle città.

Per anni nei nostri cimiteri un gruppo di malavitosi avrebbe proceduto a tirar fuori dalle tombe i morti per seppellire altri morti: ci sarebbe stata dunque una guerra delle tombe, per rivenderle a nuovi acquirenti, buttando via, non trovo altra espressione, i precedenti occupanti. E dove? Ci riguarda? Sì, ci riguarda tutti, perché il fatto avveniva al Nord come al Sud: a Reggio Calabria, a Milano e a Vicenza. In queste città i carabinieri hanno arrestato 16 persone, la fonte che ho qui (l’Ansa) non riporta molti particolari, ma se ci sono degli arrestati sono indotto a pensare che ci siano delle prove. Il reato è particolarmente fastidioso, perché da Foscolo in poi siamo educati, noi italiani, a pensare le tombe come i pilastri su cui poggia la nostra civiltà. Le tombe dei nostri cari sono i luoghi da cui attingiamo le memorie per fare il bene. Noi facciamo il bene perché così ci hanno insegnato i nostri padri, la parola patria significa “le cose dei padri”, anche se dovessimo emigrare porteremmo nella nuova terra le cose dei padri, o addirittura i nostri padri in persona, caricati sulle nostre spalle, come fece Enea.

I serbi, fuggendo via dal Kosovo, prima andavano al cimitero, tiravano su le bare dei loro padri, e le caricavano sul carretto, per portarle nella nuova terra. Quando i nostri padri non ci sono più, i nostri padri siamo noi. Le virtù dei nostri padri diventano le nostre virtù. E che succede invece qui, con le tombe dei padri profanate in questa notizia che riguarda Milano, Reggio Calabria e Vicenza?

Succede che la morale borghese, del “tutto è denaro”, invade anche i cimiteri, e scava le tombe, per rivenderle due volte. Vorrei saperne di più, perché per combattere un male devi conoscerlo bene, ma temo che se ne so di più la nuova conoscenza mi paralizza. Vicenza ha fama di essere la città più casalinga d’Italia: tutto è casa, la casa è tutto, se ami la tua casa ami il mondo. Ma la tua casa dovrebbe comprendere i tuoi morti. Sono morti, ma fanno parte di te. Trattarli male, venderli o rivenderli, vuol dire uscire dal clan, diventare un cane randagio. Brutta notizia. Non me l’aspettavo.

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