giovedì 18 settembre 2014
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Eh, no, signori, così non va. Le regole ci sono e vanno rispettate. Da tutti. Senza regole non possiamo sederci nemmeno per una partita a briscola. Senza due paletti per delineare la porta di un campo di calcio, nemmeno Maradona riuscirebbe a fare gol, pur in assenza di portiere. Ci sono voluti secoli per affermare quanto è lungo un metro, oggi a nessuno è consentito di accorciarlo a suo piacimento. Senza regole non si va da nessun parte. La legge del più forte prenderebbe il sopravvento nel giro di poche ore. Gli egoismi personali, nazionali, continentali pretenderebbero di essere assolutizzati. Le regole ci aiutano a riflettere, a ragionare, ad aver rispetto per il prossimo. Ci obbligano all’ ascolto dell’ altro anche quando costa. Ci costringono a metterci nei panni altrui. Le regole ci sono e vanno rispettate. Da tutti. Soprattutto quando a dettarle è la Carta costituzionale. I colori della bandiera italiana potrebbero non piacermi, ma davanti a quel drappo mi inchino e rendo omaggio a chi è morto per darmi la libertà, la sicurezza, la pace. Ricevere una multa a casa non fa piacere a nessuno, ma quando arriva occorre andare a pagarla in fretta.Non siamo soli in questo mondo. Dobbiamo convivere con miliardi di esseri umani che come noi hanno dignità, diritti e desideri; doveri da osservare e cuori per amare. Le regole ci sono e vanno osservate. Da tutti. in particolare da chi  occupa un posto importante nella gestione  della cosa pubblica. Al sindaco di Bologna, a quanto pare, non piace l ’articolo della nostra Costituzione secondo il quale per avere un matrimonio valido, lo Stato chiede che i contraenti siano maschio e femmina: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». I padri costituzionali questo articolo non se lo inventarono in una notte di luna piena o dopo aver bevuto un bicchiere in più nella festa di san Martino. Secoli e secoli di riflessione, di esperienze, di fede, di studi e, soprattutto,  la semplice costatazione empirica li portarono a scrivere ciò che fu scritto. A qualcuno non piace questo articolo e vorrebbe cambiarlo, come a qualcun altro non piace qualche altro e altrettanto fondamentale articolo. Costoro possono discutere, scrivere libri - anche questa libertà i padri costituenti previdero per loro -, possono fondare partiti politici, associazioni culturali e altro ancora, ma non potranno mai - e ribadiamo mai - fare finta che in quel punto la Costituzione taccia.No, non vale, è un imbroglio e occorre dirlo ad alta voce. Se il sindaco di Bologna sorvola di sana pianta e senza autorizzazione alcuna su questa regola, trascrivendo in un registro civile le nozze contratte all’estero tra due omosessuali, e decide di ignorare la voce del prefetto di Bologna che lo invita a revocare quanto fatto, pur senza volerlo, sta mettendo nelle pieghe della società una mina che potrebbe esplodere da un momento all’ altro. Credo, infatti, che il sindaco di Bologna sia abbastanza democratico per consentire ai colleghi sindaci – che so? – di Canicattì, Pollena Trocchia, Bastardo, Frattaminore, Adro o Vigevano di sorvolare su altri articoli della nostra Costituzione che a loro non vanno giù... Ma soprattutto  ho fiducia che gli italiani si rendono conto di quanto male possono fare precedenti come questi.Qualche domande si impone: chi è un sindaco? Perché viene eletto dai suoi cittadini? A quali regole deve rispondere? Siamo ancora addolorati e frastornati per il povero Davide, il giovane del Rione Traiano ucciso da un carabiniere. Quella notte, purtroppo, erano in tre sul motorino, senza casco e senza assicurazione. I carabinieri, giustamente, intimarono l’alt, comando al quale loro non obbedirono. Questo atto di disobbedienza ha avuto una conseguenza tragica. Ragioniamo: dopo la presa di posizione del sindaco di Bologna, ai nostri giovani, noi parroci, insegnanti, genitori, educatori, formatori, con quale autorità possiamo continuare a insegnare che le regole ci sono e vanno osservate? Per onestà intellettuale non occorrerebbe dire che certe regole valgono, sì, ma solo per loro? E che chi sta più in alto può anche ignorarle a piacimento? E se la disobbedienza prevede una punizione, non dovrebbe valere per tutti?A noi italiani fantasia, cultura, idee non mancano di certo. Non credo che siamo secondi a nessuno. Su questioni delicate come le convivenze tra persone dello stesso sesso, però, occorre che all’intelligenza si aggiunga una buona dose di umiltà e di pazienza per arrivare a regole sensate e condivise per il bene di tutti. I salti in avanti non servono. O, meglio, servono a confondere ancora di più la gente semplice e a convincerla che, in fondo, chi ha potere (politico e mediatico) può anche essere al di sopra della legge.
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