mercoledì 3 ottobre 2012
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Caro direttore,
sono ritornate in prima pagina le ripercussioni negative della corruzione. E questo mi spinge a tornare a considerare che "educare alla legalità" è un’esigenza che investe tutti. Non basta enfatizzare i diritti, senza pensare ai doveri a essi connessi. La cultura della legalità è fatta di piccoli atti concreti. Mi ha sempre impressionato il passo di Luca 16,10: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti». Tutti viaggiamo in Europa, basta guardarsi intorno per notare particolari indicativi. Tanto per citare alcuni esempi, ad Augsburg, una città tedesca, ma ugualmente a Bilbao, una città spagnola, non trovi un pezzo di carta per terra, non un tratto di asfalto delle strade men che perfetto, non un palazzo scrostato o con la facciata sporca. Bilbao, appunto la famosa città del Museo Guggenheim, mi è sembrata una città salotto e non solo in centro ma anche in periferia. Invece in Italia solitamente puoi trovare cartacce e bottigliette di plastica e altri rifiuti per terra. Abituali sono i contesti urbani degradati con marciapiedi sconnessi e dissestati, portici cadenti e scrostati, sporchi, oltre che graffitati, facciate di edifici scrostate, asfalto sconnesso. Fra i mille esempi, potrei citare a caso vie centrali cittadine, dove l’incuria domina. Spesso trovo rifiuti gettati per terra a pochi passi dai cestini raccoglitori. Molte le infrastrutture fatiscenti e inadeguate. Nel contesto europeo il degrado urbano ed extraurbano dell’Italia è imbarazzante. Ma ci rendiamo conto che abbandonare i rifiuti per terra è un piccolo atto di discarica abusiva? Un piccolo atto d’illegalità? L’incuria e il degrado urbano esprimono un modo di vivere inadeguato. Infatti, secondo l’Istituto "Trasparency International", il CPI 2010, cioè l’indice che misura il livello di corruzione, posiziona l’Italia, nella classifica, al 69° posto nel mondo, indice quindi che la colloca peggio del Ghana e di altri Paesi del Terzo Mondo. È l’ennesima conferma della emergenza educativa segnalata dalla Chiesa. L’educazione civica e alla legalità, in Italia, è carente. Bisognerebbe ripartire da un nuovo impianto pedagogico di fondo, in tutti gli ambiti, scolastico, catechistico, ecc., cercando di ricuperare le piccole grandi azioni della legalità quotidiana.
Mario D’Astuto
 
La penso come lei, caro signor D’Astuto. Dobbiamo deciderci a ripartire dai  gesti semplici di rispetto delle regole poste a presidio della convivenza civile e dell’ambiente per arrivare all’esercizio con «disciplina e onore» (come prescrive l’articolo 54 della nostra Costituzione) di qualunque funzione pubblica. Penso anche che da cristiani dobbiamo saper mettere un di più in tutto questo, educando con la parola e con l’esempio e vivendo – qualcuno inorridirà, tanti mi capiranno – con entusiasmo anche i propri doveri.
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