Saper dimostrare a chi studia che la scuola è rapporto umano
giovedì 22 aprile 2021

Caro direttore,

vorrei esprimere una domanda da insegnante in pensione che opera come volontario a Portofranco e aiuta gli studenti e le studentesse delle scuole superiori. È la domanda che sento sussurrata da tanti giovani e che arriva a me, povero e impotente. La domanda è perché la riapertura delle scuole sino al 90% venga a coincidere con un bombardamento di verifiche e interrogazioni... Non so rispondere e mi fanno tenerezza questi ragazzi e queste ragazze che devono reggere la loro barca nel mare in tempesta. Capisco che molti di loro non ce la fanno, questo mi è evidente perché se vi sono stati studenti che con la Dad hanno imparato a studiare meglio, ve ne sono altri che hanno disimparato a studiare. E la domanda che mi arriva io non ho la presunzione né di capirla né di rispondervi, spero solo che il mondo della scuola la prenda sul serio, perché non è la domanda di chi non vuol fare nulla, bensì di chi vuole ritrovare un rapporto, di chi pensava che riapertura della scuola significasse riattivare innanzi tutto il fascino di un rapporto. Questo desiderio c’è, è il desiderio di ritrovare la vera natura della scuola, il suo essere rapporto umano, il suo essere un’amicizia che va alla scoperta della realtà. Questa esigenza di rapporto c’è, è imponente, chiede degli adulti che la sappiano prendere sul serio!

Gianni Mereghetti, Abbiategrasso (Mi)

Grazie, professor Mereghetti, sapevo che la pensione non l’avrebbe tenuta lontana dalla passione (e dalla missione) della sua vita: insegnare, costruendo rapporti umani autentici e duraturi. Diverse lettere sue e dei suoi studenti in questi miei anni di direzione di 'Avvenire' mi hanno permesso di capirlo e apprezzarlo. Questa dedicata a una 'ripartenza' complicata di più lezioni in presenza anche alla superiori lo conferma. Mi fa piacere che lei continui l’impegno di sempre dedicando più tempo al volontariato in Portofranco. Si tratta di una Associazione, anzi una «compagnia di persone» che dall’inizio di questo secolo si pone al servizio degli studenti con un’idea di fondo riassumibile in una frase apparentemente semplice e molto bella: «Condividere lo studio per condividere il senso della vita». Due anni fa è stata premiata con l’Ambrogino d’oro, massima benemerenza civica milanese, per la sua azione educante di sostegno e di supporto a ragazzi e ragazze e alle loro famiglie.

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