giovedì 23 gennaio 2014
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Caro direttore,
le scrivo dopo aver letto l’articolo di "Avvenire", nel quale si critica duramente e – me lo lasci dire – ingiustamente la scelta della nostra amministrazione sulla Memoria e in particolare su quella delle Foibe.
Voglio rassicurare lei e i suoi lettori, ma anche chi ha sollevato una polemica su questa pagina folle e dolorosa della nostra storia e, soprattutto, le romane e i romani che, come me, hanno ben presente quanto sia importante tutelare il ricordo delle tragedie che hanno insanguinato il XX secolo, per non cedere mai più alla tentazione dell’odio, qualunque sia la sua natura. Ritengo che la memoria rappresenti un dovere di ogni istituzione, specialmente nei riguardi delle nuove generazioni. Per questo mi preme precisare che, nonostante al nostro insediamento abbiamo dovuto constatare l’azzeramento dei fondi per le iniziative sulla memoria, non esiste alcun documento che cancelli per il futuro il viaggio nei luoghi delle Foibe. Stiamo ora lavorando per definire il programma degli appuntamenti legati alla Memoria per l’anno scolastico 2014-2015. Confermo quindi, come è sempre stato, l’impegno su un fronte così importante affinché ogni avvenimento sia ricordato con la giusta considerazione. Per il 10 febbraio, giorno del ricordo dedicato alle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, abbiamo previsto momenti di celebrazione e raccoglimento, ma anche di riflessione insieme alle ragazze e ai ragazzi delle nostre scuole. Tra le altre iniziative stiamo infatti organizzando un importante incontro che coinvolga cittadini e studenti, con l’intervento di illustri studiosi. Ma non è tutto, siamo al lavoro su iniziative per tenere viva la memoria di quei drammatici avvenimenti durante tutto l’anno. Tanto per cominciare, a marzo sarò in una visita ufficiale al Quartiere Giuliano Dalmata di Roma per incontrare e rendere omaggio agli esuli e alle loro famiglie. Inoltre, presto aprirà la Casa del Ricordo: abbiamo dato effettiva attuazione a tutte le procedure perché si possa finalmente inaugurare assieme alle due associazioni intestatarie, la Società di Studi Fiumani e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, per promuovere e ospitare nuove iniziative con le scuole. Con la Società di Studi Fiumani stiamo anche studiando una convenzione per permettere agli studenti romani di accedere alla documentazione del prezioso Archivio - Museo Storico di Fiume. Intendiamo inoltre promuovere incontri tra studenti e testimoni dell’esodo e della tragedia delle Foibe e altri progetti che, dall’autunno prossimo, vedano il diretto coinvolgimento delle scuole romane, convinti come siamo che la scuola sia il laboratorio nel quale prende forma il futuro di ogni società. Un futuro non potrebbe esistere senza memoria.
 
Ignazio Marino, sindaco di Roma
 
Caro direttore, sono uno dei tanti esuli da Pola e desidero attestarle la mia profonda riconoscenza, gratitudine e apprezzamento per aver ancora una volta, tempestivamente, difeso la nostra causa. L’articolo odierno (22 gennaio, ndr) di Lucia Bellaspiga, conciso ma ben documentato e l’incisiva intervista ad Antonio Ballarin, attuale presidente dell’Anvgd (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), la più importante Associazione nazionale che riunisce gli esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, hanno portato in primo piano e all’attenzione non solo dei lettori di "Avvenire" ma, attraverso i moderni mezzi d’informazione di massa, anche di un numero elevato di persone interessate ai nostri problemi, il tentativo maldestro di boicottare parte importante delle manifestazioni previste in occasione del prossimo 10 febbraio, "Giorno del Ricordo". La ringrazio sentitamente.
Argeo Benco, già sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio
 
Gentile direttore, desidero ringraziare "Avvenire" e la sempre efficacissima Lucia Bellaspiga per gli articoli di oggi (22 gennaio, ndr) sul taglio dei "Viaggi della memoria" degli studenti romani nella Venezia Giulia e lei per lo spazio concesso al tema. In tal modo state esercitando un’importante pressione morale sulla Commissione Scuola di Roma Capitale e sulla Giunta capitolina affinché recedano da quella decisione discriminatoria e diseducativa. Tale impegno civile va a indiscutibile merito del vostro giornale.
 
Paolo Radivo, direttore de "L’Arena di Pola"
 
Assisto da molti anni – e non mi rassegno – al gioco retorico dei polemisti (spesso personaggi politici) che accusano chi sottolinea loro decisioni o dichiarazioni sbagliate o comunque controverse e contestabili di lanciare critiche «dure» e «ingiuste». Ma poi confermano i motivi della bufera che hanno suscitato. Basta leggere con attenzione la lettera del sindaco di Roma, Ignazio Marino, per capire che tutti gli impegni che lodevolmente annuncia sono declinati al futuro e ancora imprecisati, perché al presente c’è solo la cancellazione del “viaggio del ricordo” sul confine orientale d’Italia (che segue il quasi dimezzamento del “viaggio della memoria” ad Auschwitz). Questa è la realtà. E a premessa di tutto c’è una terribile frase del vicesindaco di Roma, Luigi Nieri: «Roma è medaglia d’oro della Resistenza, ha subito il fascismo e il nazismo, la deportazione del Ghetto. È quella la nostra memoria. Altre città ricorderanno le foibe…». Eppure il gioco di dire che altri, e cioè noi, sarebbero «duri» e «ingiusti» piace al sindaco Marino. Ci dispiace per lui, ma di più per gli esuli giuliano-dalmati che nella Capitale (come il sindaco ricorda, ma lo diciamo a beneficio del suo numero due nella giunta capitolina che evidentemente non conosce abbastanza la sua città) hanno forse il più importante tra i quartieri italiani che portano il loro nome. E ci dispiace per i ragazzi delle scuole romane che quest’anno non avranno la possibilità di capire in loco che cos’è stata la tragedia degli infoibati dai miliziani con la stella rossa di Tito. Sia chiaro, poi, che se il sindaco Marino annuncia che a Roma si farà un po’ di “ricordo” nonostante il niet del vicesindaco Nieri, noi crediamo al sindaco e ne siamo contenti. Ma gli crediamo meno, anzi niente affatto, quando dice di aver solo «constatato» che i fondi per il “ricordo” e la “memoria” non c’erano. I fondi, come negli anni precedenti, andavano trovati. E la giunta Marino nel caso del ricordo delle foibe non li ha cercati né trovati. Ne ha trovati, eccome, invece anche per altre discutibilissime iniziative come quella (ne parliamo oggi a pagina 13) sull’educazione alla “teoria del gender”, cioè sul superamento della maternità e paternità naturali. Complimenti. Il tempo per rimediare, però, c’è sempre. Basta volerlo, basta avere l’onestà intellettuale di ammetterlo. Rinnovo agli amici giuliano-dalmati che ci hanno scritto (e sono tanti), e che qui sono rappresentati da Argeo Benco e Paolo Radivo, tutta la nostra solidarietà.
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