domenica 8 marzo 2015
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Caro direttore,  l’8 marzo è ogni anno per la Cisl un’importante occasione per rinnovare l’impegno del sindacato nella promozione, a tutti i livelli, del principio di parità e pari opportunità tra uomo e donna. Ci siamo battuti sempre per contrastare ogni forma di discriminazione, di violenza e sfruttamento nei confronti delle donne e dei minori, sui quali si consumano gravi reati e violazioni dei diritti umani, spesso nel silenzio dell’opinione pubblica. Dobbiamo fare tutti di più per diffondere, a partire dalla scuola, una nuova cultura basata sul rispetto della donna, in ogni ambito della società: tra le mura domestiche, nei posti di lavoro, contro tutti i crimini commessi in nome dell’onore, delle ideologie o di alcune credenze etniche o religiose.  Ma nel nostro Paese occorre anche un riequilibrio sociale più attento alle esigenze dei lavoratori, dei pensionati, degli incapienti e dei giovani, a partire dalle questioni fiscali che incidono anche sulla condizione familiare e lavorativa delle donne. Per questo raccoglieremo nei prossimi mesi migliaia di firme in tutte le città italiane per una legge di iniziativa popolare che renda il fisco italiano più equo e sollevi i redditi e i consumi. Anche sulle problematiche previdenziali bisogna intervenire per cambiare le regole delle legge Fornero che danneggiano soprattutto le donne per le difficoltà dovute a lavori usuranti e a carriere sempre più frammentarie e discontinue.  Anche quest’anno, poi, noi della Cisl abbiamo voluto proiettare il nostro sguardo fuori dai confini nazionali per contribuire a sostenere le donne e i bambini che vivono in condizioni di estremo disagio e sfruttamento in altri Paesi. Per questo abbiamo deciso di aderire a un nuovo Progetto di Cooperazione allo sviluppo dell’Iscos, questa volta in Pakistan, che ha come obiettivo quello di aiutare 100 donne pachistane a uscire dalla rete del lavoro forzato per intraprendere, attraverso la formazione, percorsi legali e tutelati di lavoro. In particolare, per le donne, occorrono attività lavorative che sostengano il reddito di tutta la famiglia per liberare anche i bambini dalla schiavitù del lavoro minorile. Questo è il modo concreto per riempire di contenuti un appuntamento come quello dell’8 marzo. Non deve essere una festività simbolica, ma una circostanza propizia per una verifica costruttiva dei risultati ottenuti nel corso degli anni sotto il profilo dei diritti sociali nel nostro Paese e in tutto il mondo. Dobbiamo costruire una società in cui gli uomini e le donne abbiano le stesse opportunità e pari dignità nel mondo del lavoro, in modo da contribuire, ciascuno con le proprie sensibilità e capacità, al progresso economico e civile. Sono obiettivi centrali – e, questi sì, totalmente condivisibili – della Piattaforma d’azione di Pechino che proprio nel 2015, a distanza di vent’anni dalla sua approvazione, si ridiscute in termini di bilancio e strategie future. Il nostro pensiero e il ringraziamento va oggi a tutte le donne che in ogni ambito si spendono senza sosta per raggiungere questi obiettivi di civiltà. Tutti insieme possiamo dare un contributo determinante per cambiare il nostro Paese nel segno dell’uguaglianza dei diritti, della non violenza, del rispetto umano e civile. *Segretario Generale Cisl
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