Quella diffusa disattenzione sulle persecuzioni contro i cristiani
martedì 1 dicembre 2020

Gentile direttore,
ci tengo a ringraziare “Avvenire” per l’articolo del 27 novembre sulla persecuzione contro i cristiani che avviene continuamente in molti Paesi. Purtroppo pochissimi media ne parlano, e succede che molti sminuiscano queste vere persecuzioni parlando quasi solo di casi di “cristianofobia” nel mondo occidentale e non di quella realmente presente in altre zone del mondo. Colgo l’occasione per esprimere il mio apprezzamento generale verso il quotidiano “Avvenire”, che ammiro soprattutto per la qualità e l’onestà con cui vengono trattati temi e notizie di cui pochi parlano. Ammetto che mi capita di essere in disaccordo con le vostre posizioni su varie questioni, per esempio quando si tocca il tema, che a me sta a cuore dei “diritti Lgbtq”. Continuo, però, leggervi comunque volentieri perché anche le opinioni diverse risultano utili.

Demetrio B.

Grazie per il suo apprezzamento e anche per il dissenso nell’ascolto (e nella lettura attenta) che riserva al nostro lavoro di informazione e di commento. Mi concentro sul tema principale della sua lettera: la persecuzione non abbastanza “vista” e colta nella sua ampiezza e gravità nei confronti dei cristiani in troppi Paesi del mondo. Dall’inizio di questo secolo a oggi, essa s’è poco a poco incrinata. Non basta ancora per una piena consapevolezza delle opinioni pubbliche del Nord del mondo, inclusa quella italiana. Ma sta accadendo. E noi, che non abbiamo mai sospeso l’attenzione verso ogni minoranza perseguitata, continueremo a impegnarci per questo con amore per la verità e per i nostri fratelli e sorelle che testimoniano la fede in Cristo sino al martirio in terre segnate da quello che papa Francesco chiama «l’ecumenismo del sangue».

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