giovedì 5 febbraio 2009
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E ora il medico dice: sono devastato. Il medico che ha accompagnato in ambulanza Eluana e che, come ci spie­ga il Corriere della Sera, proviene da que­gli ambienti ex-socialisti che di più han­no premuto per una 'soluzione' friula­na. Il dottor Amato De Monte, che il Cor­riere ci presenta in un articolo a metà scritto con stile tra libro Cuore e rivista di moda («Il bocconiano con l’orecchi­no » è il titolo), si premura di farci sape­re due cose: che lui è sconvolto a vede­re come è Eluana oggi e che lei «è mor­ta 17 anni fa». Il che è sorprendente per due motivi. Primo perché se un medico fosse abituato ad assistere a malati gra­vi non dovrebbe poi così tanto 'deva­starsi' nel vedere lo stato di Eluana (a proposito, perché non ce la fanno ve­dere?). Migliaia di medici assistono ma­lati in quelle condizioni senza che per questo prevalga in loro lo sconvolgi­mento ma la realizzazione della missio­ne per cui sono diventati medici, cioè prendersi cura. Le stesse suorine e i va­ri altri che hanno assistito Eluana in que­sto periodo non hanno sentito la ne­cessità di questa ultima strana ingiuria. Non si sono detti «devastati», ma han­no continuato a chiamarla «bellissima», e non per vezzo, ma perché bellissima è ogni persona per la dignità assoluta che ha. Questo è lo sguardo che vede la di­gnità di un essere umano, e non l’appa­renza soltanto. Che sguardo è quello del dottor De Mon­te? Addirittura, l’articolo ce lo presenta come se fosse lui da 'consolare' per la tremenda esperienza di aver viaggiato con il "mostro". Ecco, l’ultima definiti­va (e – si può dire? – un po’ vigliacca) in­giuria a Eluana. Lo sguardo che si sente «devastato» da come lei è, poco prima di mettere in atto pratiche che sì, quel­le, devasteranno con la sete il suo cor­po. In questo sguardo che sotto le men­tite spoglie di un sentimentalismo dol­ciastro cela una scorza durissima c’è po­tenzialmente la sconfitta di tutti i medi­ci italiani. De Monte probabilmente è un medico preparato, si sa che ha un ot­timo curriculum. Ma non basta, per fa­re il medico, essere preparati. E a questo proposito ecco il secondo motivo di sorpresa: egli afferma peren­toriamente che «Eluana è morta 17 an­ni fa». Non la pensano così migliaia di medici. Non la pensano così le prese di posizione ufficiali di diversi Ordini dei medici, migliaia di medici impegnati o­gni giorno in situazioni simili, di lumi­nari di primo piano. Da dove viene que­sta granitica certezza al dottor De Mon­te? Lui che ha lo sguardo così sensibile, non ha nemmeno un dubbio scientifi­co nell’affermare che lei è morta di­ciassette anni fa mentre migliaia di suoi altrettanto stimabili colleghi afferma­no il contrario e si prodigano in ragio­ne del contrario? Che strano medico. Che strana 'immagine' di medicina ci stanno dando, suonando la grancassa dei media, che sguardo di medico mol­to preso sentimentalmente e poco pru­dente dal punto di vista scientifico. Sia­mo sicuri che è da sguardi di questo ge­nere che vogliamo farci visitare? È que­sto il genere di sguardo che vorremmo si posasse a decifrare lo stato di salute nostro e dei nostri cari, e che si posas­se a misurare se siamo ancora degni di vivere o no? È strano, qui fanno tutti le vittime: il pa­dre che si diceva vittima del diritto, il medico che si dice vittima di un’espe­rienza terribile, i tutori che si dichiara­no infastiditi dalle lungaggini. E intan­to occultano la vittima, o peggio, con oc­chi molli di commozione la ingiuriano. Io spero che migliaia e migliaia di occhi di medici, in questi giorni, non si senta­no «devastati». Spero che siano occhi di medici, che non siano ciechi di fronte al valore della persona. Che guardino co­me siamo, come possiamo diventare senza per questo dire o pensare che un essere umano in brutte condizioni è un essere che vale di meno, tanto da chia­marlo roba morta.
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