martedì 29 aprile 2014
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​Caro direttore, questo mio piccolo intervento è per chiedermi pubblicamente che cosa il signor Odiffredi scriverà nei prossimi giorni a commento della  canonizzazione di Papa Giovanni e Papa Giovanni Paolo dopo essersi esibito in maniera acida, superficiale, irrispettosa nel suo blog su “Repubblica” del 18 aprile. Se lo stile è l’uomo e la laicità è quella esibita da questo matematico, siamo messi veramente male!Padre Rosario Mamola s.j.
Gentile direttore,nel giorno della grande festa della Chiesa in cui sono stati santificati due grandi uomini del Novecento è lecito anche aspettarsi voci dissonanti e critiche. Purtroppo, c’è chi dell’alzare i toni ne ha fatto un mestiere, arrivando a evocare ecatombi di cristiani: «Santissimi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, pregate per loro, che ne hanno bisogno. E pregate anche per i politici cattolici, di nome o di fatto, che oggi affollano il sagrato di san Pietro: fareste veramente un miracolo, se ce li toglieste di torno. Se poteste far crollare, oltre alla croce della val Camonica, anche la cupola di Michelangelo, provocando un’ecatombe di papi e cardinali, oltre che presidenti e politici, vi saremmo veramente grati. Ma temo che questa preghiera non la esaudirete: d’altronde, avete cose ben più elevate su cui intervenire, come guarire i fremiti o i mal di testa di qualche signora. Buon lavoro, dunque, e al vostro prossimo e spettacolare miracolo». Questa terribile frase è tratta da un articolo di Odifreddi sul sito di un noto quotidiano. Credo che ciò vada ben oltre il diritto di critica e la libertà di opinione. Non solo toni offensivi, ma incitazione all’odio.Emanuele CagnacciLe due lettere che precedono queste mie righe si riferiscono a testi pubblicati in sequenza sul sito di un quotidiano romano da un docente di matematica che è diventato famoso facendo sfoggio della sua anti-religiosità. E la seconda di queste lettere attesta che purtroppo questo professore, Piergiorgio Odifreddi, prima e dopo la grande festa cristiana della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ha continuato imperterrito a sgranare una raffica di insolenze e di calunnie – alcune oltre il limite della denuncia penale – sino al culmine di una tonante “maledizione” della quale chiunque può cogliere il laico e tollerante spessore nonché la finezza intellettuale dell’autore... Avrei fatto a meno di registrare tutto questo all’indomani di una straordinaria esperienza di Chiesa sulla quale hanno riflettuto e, in diversi modi, partecipato quasi due miliardi di persone, ovviamente non tutte vicine al cattolicesimo. Ma le diverse segnalazioni piovute in redazione, e tra le quali ho scelto le sobrie notazioni di padre Mamola e del signor Cagnacci, alla fine mi hanno convinto. Credo infatti, cari e gentili amici, che sia utile prendere nota del fatto che il matematico Odifreddi, suo malgrado, con rabbiosa crudezza, ci ha dimostrato un paio di cose interessanti. La prima è che a certe persone colme di pregiudizi non serve neanche vedere da vicino per riuscire a capire la vita e la fede della gente o, semplicemente, razionalmente, per cogliere la portata di un evento storico. La seconda è che quando si crede (anche non credendo) di sapere tutto, non si fa il minimo sforzo per evitare cadute di stile e superficialità assai gravi o anche solo per non far esplodere, proprio come bombe, arroganza e astio. Ma, credetemi, valgono infinitamente di più tutte le altre parole e gli altri gesti ai quali in questi giorni abbiamo assistito e dei quali abbiamo fatto memoria, gioendo per i due grandi pontefici proclamati santi e stringendoci attorno a Papa Francesco, e al suo predecessore Benedetto.
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