sabato 12 luglio 2014
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Caro direttore,ho letto con amarezza lo sfogo del signor Spadaro, marito e padre di quattro figli in cerca di vacanza. Vorrei, però, dirgli che qualche proposta esiste. Certo non in Paesi esotici, ma per esempio nel nostro mare Adriatico. La nostra Casa per ferie "San Bassiano" di Bellaria (Rimini, telefono 0541.346769) – amministrata dall’Opera diocesana Sant’Alberto Vescovo di Lodi – offre la possibilità di vacanze in un clima di «signorile famigliarità» con speciale attenzione a diversamente abili e famiglie (e con particolare riguardo ai nuclei numerosi). Proprio in questi giorni ospitiamo molte famiglie con bambini di diverse età e, con grande gioia, siamo stati costretti ad acquistare altri seggiolini per far fronte alle esigenze degli ospiti. Devo inoltre ammettere che molti dei nostri ospiti sono venuti a conoscenza della nostra realtà tramite la (poca) pubblicità che ogni anno proponiamo tramite Avvenire. Enrico Negri, Lodi
Gentile direttore,ho letto su Avvenire dell’8 luglio la lettera del signor Giuseppe Spadaro di Milano e mi permetto di tornare a sottolineare ciò che già le scrissi lo scorso anno sul problema delle vacanze per famiglie (soprattutto numerose). Premetto che sono single e quindi, personalmente, ho il problema di dover pagare un sovrapprezzo quando prenoto una camera singola, ma mi sento comunque vicino alla famiglie con figli, anche perché sono presidente di una cooperativa sociale che gestisce tre scuole materne parrocchiali nel mio Comune. Segnalo che a Bologna esiste la Fondazione "Gesù Divino Operaio" che gestisce Case per ferie in montagna o al mare e che applica sconti crescenti per le famiglie numerose: maggiori informazioni si possono avere consultando il sito http://www.fondazionegdo.it. Fabrizio Testi, Medicina (Bo)Grazie per le vostre lettere, cari amici, perché mi consentono di tornare sul tema delle "vacanze sostenibili" e di integrare la mia breve risposta dell’8 luglio scorso al signor Spadaro, che avevo concentrato sul quadro generale in Italia dell’offerta turistica per le famiglie con figli e sui doveri (sinora largamente mancati) dello Stato nel creare un giusto "clima" filo-familiare anche in questo settore. Le eccezioni alla regola della disattenzione ci sono, perché ci sono operatori turistici intelligenti e "con l’anima", ma anche perché esistono le Case per ferie, proprio come quelle promosse dal mondo cattolico lodigiano e bolognese. Qualcuno dirà subito che una rondine non fa primavera... Già, ma anche solo una buona pratica all’insegna di una calda solidarietà fa estate! E qui non si tratta di iniziative solitarie (e sia le nostre cronache sia alcune inserzioni pubblicitarie, come quella della Diocesi di Lodi, aiutano ogni tanto a ricordarlo). Qualcun altro, invece, polemizzando, sosterrà magari che si tratta di proposte-risposte ricettive organizzate da enti senza fini di lucro (e perciò, a certe condizioni, riconosciuti dallo Stato meritevoli di agevolazioni tributarie, su "Avvenire" del 10 luglio abbiamo spiegato le nuove regole appena entrate in vigore) che, però, in qualche modo farebbero "concorrenza" ad attività economiche tradizionali. Non è così, perché in realtà attraverso queste strutture si offrono – in una cornice ben specifica – possibilità a chi, altrimenti, non ne avrebbe. E solo se lo si fa fuori da una logica di mercato si è agevolati, mentre se e quando si agisce con modalità propriamente commerciali, pur mantenendo uno stile di accoglienza speciale, si è esattamente sullo stesso piano di ogni altra struttura ricettiva. La lettera del signor Spadaro che ho pubblicato quest’anno, e che somiglia a tutte le altre che a ogni nuova "bella stagione" arrivano puntuali in redazione, segnala innanzi tutto (e nonostante le buone pratiche di cui si è detto) che il problema persiste. Per questo ho dato ancora una volta rilievo e risposta al tema. C’è bisogno di soluzioni diverse e davvero utili per umanizzare e rendere accessibile un tempo di vacanza a tutti, anche alle famiglie numerose. Riuscirci fa bene alle persone e alle famiglie e può far molto bene alla nostra economia. Altrove, anche nella vecchia Europa, lo hanno capito o semplicemente non lo hanno dimenticato.
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