martedì 2 dicembre 2014
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Un numero imprecisato di coltellate alla ex moglie, 273 'like' e una sfilza di commenti su Facebook. Può un ex marito diventato belva «firmare » il suo atroce delitto sul social network, e ottenere gli «applausi» virtuali dei suoi amici? L’incredibile è accaduto tra domenica sera e lunedì mattina, tra la provincia di Salerno e l’immaterialità della Rete. Sul profilo personale di Cosimo Pagnani appare un post agghiacciante («Sei morta», più un insulto irripetibile) quasi in contemporanea al momento in cui Maria viene uccisa. In poche ore 273 hanno aggiunto il pollice alzato (i 'like', appunto), finché Facebook, su segnalazione di alcuni utenti, ieri a metà mattina ha oscurato il profilo di Pagnani. C’è il dramma dell’ennesimo femminicidio (uno ogni due giorni è stato il record del 2013) e c’è qualche riflessione collaterale sulla nuova barbarie in cui si possono trasformare i social network. Certo nessuno, tra gli amici di Pagnani, può aver interpretato il post come se il delitto fosse stato effettivamente compiuto (anche se, dopo alcune ore, almeno i parenti e gli amici lo hanno sicuramente saputo...). Ma in ogni caso c’è da interrogarsi sulla superficialità e a volte il cinismo con i quali si «approvano» e commentano contenuti sui social. Aggiungere un 'like' o una sciocchezza pseudo-brillante a una frase, una foto, un video non costa nulla, «fa simpatico ». Ma se quella frase allude a un delitto, come si può «alzare il pollice» con tanta leggerezza? Significa non distinguere più il virtuale dal reale e gettare nel calderone delle chiacchiere a vuoto anche la più tragica delle minacce. C’è un altro aspetto: chi commenta o «approva» su Facebook firma con nome, cognome e persino foto. Questo dovrebbe suggerire una maggiore prudenza, ma invece talvolta scatena il più malsano esibizionismo. Ad esempio, si sa che tra i «fan» di Cosimo c’erano anche suoi parenti stretti, persone che nella tifoseria scatenata dalla fine del matrimonio con Maria stavano dalla parte di lui. Si vergogneranno, ora, della loro leggerezza. Perché un innocuo 'like' si può trasformare nel gesto, al contrario, degli antichi romani: pollice alzato, umanità ferocemente in ribasso.
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