martedì 5 gennaio 2016
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Caro direttore,nella lettera che le è stata indirizzata, sia il mittente, l’onorevole Monaco sia lei nella risposta non mi pare abbiate dato il giusto rilievo all’affermazione attribuita alla senatrice Cirinnà, a proposito - cito - della «residuale minoranza di "conservatori cattolici" del Pd, che contano poco o nulla». I fatti, più che le parole, paiono dimostrare che quell’affermazione non sia affatto una paradossale battuta, ma abbia effettivo riscontro nelle cose fatte, non fatte e in programma, per cui, mi perdoni l’immodestia, ma da anni continuo a chiedermi cosa ci fanno quei "cattolici" nel Pd. E da quando è stato inventato l’Ulivo fino a oggi nessuno mi ha dato una convincente risposta o anche solo una temporanea, giustificazione plausibile.Lino De Angelis, Cassino
Caro direttore,l’appassionata lettera-appello-testimonianza dell’onorevole Monaco mi sembra proprio una contraddizione in termini. Non capisco se è una denuncia contro il Pd, quindi contro se stesso, una rimostranza verso i suoi colleghi (ma allora perché scrivere ad "Avvenire" e non parlarne nella direzione del suo partito? Ah già, in qualche modo lo dice lui stesso... fa parte della residua minoranza di «conservatori cattolici») oppure una riflessione che trasmette il suo sfogo tardivo nell’aver scelto quel partito di appartenenza. La realtà, non da ora, è quella: cattolici considerati inutile minoranza retrogada che possono dire le loro preghierine nelle chiese (ma neanche troppo ad alta voce, altrimenti disturbano), magistero del Papa (e della Chiesa tutta) stralciato a piacimento (lodi se si parla di poveri e ambiente, silenzi, critiche o risatine se si interviene su famiglia, figli e gender), derive laiciste… Siamo al solito punto: si piange sul latte versato, quando i buoi sono scappati. Il 26 si discuterà il ddl Cirinnà e, stando alle previsioni, passerà (il premier-segretario Renzi è stato chiaro, non si stralcia nulla, neanche le adozioni) visto che alle elezioni democratiche tanti cattolici hanno scelto tanti signori che, pur portatori di alcuni importanti valori, hanno deciso di "spegnerli" per farsi eleggere in un partito dove hanno fatto la fine che lui stesso ammette. La conclusione è che succederà quello che deve succedere, cioè sta accadendo proprio quello che viene descritto nella lettera dell’onorevole Monaco: tutti quelli che credono in certi valori subiranno le decisioni di altri che hanno avuto la possibilità di fare leggi grazie anche ai voti di tanti cattolici.Domenico Menichinelli, La Spezia
Gentile direttore,ho letto con piacere la lettera dell’onorevole Franco Monaco pubblicata il 30 dicembre 2015 con la sua risposta. Sono d’accordo con lui. Facciamo sentire le nostre voci di cittadini cattolici non proni al pensiero apparentemente dominante, ma fedeli e rispettosi della nostra Carta costituzionale. La famiglia è una ed è quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; diversamente si tratta d’altro, che va rispettato e tutelato, ma resta sempre altro rispetto alla famiglia. Questo va detto forte e chiaro anche all’interno del Pd dove sembra emergere la volontà di concedere spazio a scelte di stampo individualistico radicale. Buon anno e buon lavoro.Ernesto Grassi, Bollate (Mi)
Al dottor De Angelis mi viene spontaneo rispondere: caro e gentile amico, nel Pd (e altrove) i cristiani "cattolici" – se sono serenamente e convintamente tali – ci stanno anche per obiettare alle derive falsamente progressiste verso nuove ingiustizie e disumanità. E, aggiungo, per scongiurare la pervicace conservazione di vecchie ingiustizie e disumanità. Mi pare poi che Franco Monaco abbia replicato con garbo ed esplicita determinazione all’altezzosa affermazione sui "cattolici" della sua collega di partito Monica Cirinnà. Così come tante altre volte era stato fatto su queste colonne, quando si è dovuta constatare e denunciare l’«afonia», la «miopia» sulle conseguenze di certe scelte e le evidenti «incoerenze» di alcuni fratelli di fede impegnati in politica (e non solo nell’area di centrosinistra). Oggi, ritengo che sarebbe un peccato non registrare con attenzione le parole e le iniziative "coerenti" di parlamentari del Pd e di altre forze dell’area di governo e non valutarle come un segnale di cui tener conto. Proprio come fa il signor Grassi. Al signor Menichinelli che, alla sua maniera, richiama doglianze e argomenti che i nostri lettori hanno letto più volte su "Avvenire", ricordo che nessuno – ma proprio nessuno – dovrebbe mai pensare di "fare a pezzi" il magistero del Papa e della Chiesa e l’umanesimo che ha generato la nostra civiltà. Non si sezionano e selezionano i princìpi sulla persona (nascente, malata, lavoratrice, migrante…) e sulla famiglia per sfruttarli a proprio uso e consumo. E ricordo ancora a noi tutti che non siamo al partito unico e che se una brutta legge sulle unioni civili verrà varata la responsabilità sarà di diverse parti, perché la tenaglia dei sostenitori del (simil)matrimonio gay si va stringendo da mesi da sinistra e da destra. Per questo, insisto, le parole e le iniziative riflessive e impegnate che arrivano anche dal Pd, partito di maggioranza relativa, sono molto importanti. Non ho purtroppo la certezza che riescano a essere efficaci assieme a quelle di altri parlamentari di diversa casacca, ma fino all’ultimo continuerò a battermi perché lo siano e ad augurarmi e ad augurare al nostro Paese di veder smentite certe previsioni ed evitati gli incombenti errori.
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