giovedì 15 maggio 2014
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Le rivelazioni venute d’oltreoceano sulla pressione esercitata da non meglio identificati 'funzionari' europei per costringere Silvio Berlusconi a dimettersi da presidente del Consiglio hanno immancabilmente, e anche comprensibilmente, rinfocolato la polemica sul «colpo di stato». Il termine è naturalmente enfatico, visto che le regole formali della Costituzione sono state sempre e comunque rispettate, ma è scontato che sulla ricostruzione (o meglio sulle ricostruzioni) di quella vicenda cruciale si accentuino i toni della polemica. Il fatto è però che, in ogni caso, si tratta di un confronto di carattere retrospettivo, che se viene protratto a lungo nel tempo e si espande nelle accuse (più o meno argomentate) a soggetti istituzionali, finirà per avere un effetto controproducente per gli stessi animatori della polemica, sottolineando la distanza tra il ruolo effettivo esercitato da Forza Italia (e, poi, dal Pdl) nel passato e quello ancora impreciso e difficile da definire della funzione di questa formazione nell’indicazione di una prospettiva per l’oggi e per il domani. Funzione che, in ogni caso, non può consistere nel vagheggiamento di un ritorno a condizioni politiche che non ci sono più. La retorica della denuncia dei 'colpi di stato' oggi in effetti appartiene - in relazione all’attualità, e non alla rievocazione più o meno nostalgica di ciò che è stato - a chi, come il Movimento 5 Stelle e il suo leader Beppe Grillo, si oppone strenuamente alle necessarie riforme istituzionali, alle quali invece dall’opposizione Forza Italia continua a dare un apporto indispensabile. Sarà argomento per gli storici cercare di stabilire se al fallimento dell’ultimo governo Berlusconi abbiano contribuito di più le fratture e le secessioni dalla maggioranza originaria, compensate affannosamente con sostegni improvvisati e politicamente debolissimi, o le pressioni esterne, politiche e finanziarie, che hanno probabilmente drammatizzato una situazione che comunque era tutt’altro che stabile. Ai responsabili politici, anche a quelli direttamente implicati nella vicenda al centro della controversia, gli italiani chiedono di indicare le vie per ristrutturare il sistema politico e avviare una ripresa economica che abbia finalmente riflessi positivi sulla condizione sociale di tanti cittadini e di milioni e milioni di famiglie. Chi pensa di avere un messaggio importante su questo terreno ha tutta la convenienza a liberarlo dal peso di ragionamenti o polemiche ancorate a un passato che altrimenti non si riesce mai a superare.
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