Piccolo promemoria ai presidenti delle Camere
sabato 31 marzo 2018

Caro direttore,

ho ascoltato con attenzione i discorsi di insediamento dei Presidenti di Camera e Senato e non mi è piaciuto il silenzio su due punti: la presenza dei profughi e lo ius culturae. Si obietterà che non tocca alla seconda e alla terza carica dello Stato indicare contenuti programmatici.

Ma alla Camera è risuonato, col riferimento ai referendum, un indirizzo programmatico per nuovi strumenti di democrazia diretta; al Senato è stato espresso un forte sostegno alle missioni (militari) dell’Italia, compresa - immagino - la spedizione in Niger, che sarebbe arduo chiamare 'di pace'. Non era allora improprio nominare il problema dei giovani che affollano i Centri per richiedenti asilo. Ormai è accertato che la gran parte del denaro speso in questo settore resta sul territorio.

Nel mio piccolo Comune di Varese Ligure, in Val di Vara, dove dal 2011 un Centro ospita dai 40 ai 60 rifugiati, la Croce Rossa locale ha potuto acquistare una nuova ambulanza con i soldi ricavati dai trasporti dei migranti per visite o accertamenti negli ospedali, mentre da pochi giorni sono stati assunti due operatori del posto. Il Centro fa corsi di italiano e di cucina. Alcuni giovani hanno preso la patente di guida, altri hanno trovato lavoro dopo un corso di logistica, altri si preparano alla licenza media per potersi iscrivere all’Artigianato.

È attivo dunque in Italia un gigantesco cantiere di formazione che è utile a questi giovani, alla nostra economia e - in un eventuale ritorno - anche ai Paesi di provenienza. È sufficiente quello che si fa? Si può fare meglio? Il prossimo Governo dovrà dare risposte. Lo stesso si dica per i diritti da estendere ai nuovi italiani non ancora cittadini. È in preparazione il Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. Mentre le nostre chiese sono aperte a tutte le presenze 'colorate', come può il nostro Parlamento continuare a ignorare una parte così consistente (ottocentomila persone, se le cifre sono attendibili) del nostro futuro? I due temi da me sollevati sono stati occultati (o bassamente sfruttati) in campagna elettorale. Mi sembrerebbe doveroso, per le più alte cariche dello Stato, richiamare i partiti ad esaminarli ora con spirito di realismo e civiltà.

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