mercoledì 15 luglio 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Caro direttore,
quanti voti di maturità sono sbagliati e quanto spesso sono ingiusti, io stesso che contribuisco a darli mi sento spesso in errore, vedo materializzarsi un numero che mi appare inadeguato a esprimere quello che un ragazzo o una ragazza conosce. Per questo di fronte ai voti di maturità provo spesso disagio e anche indignazione, in primis a quelli che io stesso attribuisco. Oggi una mia studentessa mi ha dato una bella lezione, che terrò cara. Il suo voto di maturità è assurdo, non sa rendere ragione di quello che ha imparato. Eppure, mentre io pensavo che questo giustamente scatenasse tutta la sua rabbia per l’ingiustizia di cui è stata vittima, ho trovato una reazione del tutto opposta: un giudizio. Infatti, questa ragazza alla mia sottolineatura dell’ingiustizia ha risposto: «Ma prof io sono cresciuta!». Questo è l’unico giudizio che si può dare su una ingiustizia, la certezza di essere cresciuti, la certezza che quello che si è imparato ha fatto crescere la propria umanità. Questa certezza vale più di un cento e lode, perché significa che la scuola ha toccato la vita. E questo rimane, questo rende capaci di essere protagonisti della propria storia. Oggi io, insegnante, io che tendo a essere indignato per gli errori e le ingiustizie di un sistema che non funziona bene, ho ricevuto una lezione indimenticabile da una ragazza che mi ha detto a chiare lettere che vi è qualcosa più forte delle ingiustizie, la propria umanità che in un rapporto vero è cresciuta!
Gianni Mereghetti, Abbiategrasso
Già, caro professor Mereghetti, quanti voti sbagliati... Quanti voti sbagliati e ingiusti vediamo assegnare ogni giorno, magari per pura apparenza, a persone e attività. Quanti successi presunti celebrare. Quante cose davvero preziose e buone disprezzare o, comunque, sottovalutare. Quante intuizioni e imprese giudicare secondo false scale di valori... E quanta alterigia scopriamo in certe inesorabili sentenze sulle dedizioni, sulle passioni, sui pensieri, sui sentimenti altrui. Ma, per fortuna e per la straordinaria grazia che spesso accompagna i veri rapporti umani, che sono sempre rapporti educativi, ci accorgiamo anche di semi semplici e generosi di bene che portano frutto e così, magari consegnandoci in modo inatteso la prova di una splendida crescita personale e relazionale, ci restituiscono «il centuplo quaggiù». A coloro che, come lei, hanno speso e spendono la propria vita per insegnare ai più giovani càpita più frequentemente di vivere risarcimenti come questo. Grazie per averci raccontato la fulminea prova di maturità di questa sua allieva.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI