Pianto e appello (emozionati e delusi) sulla bellezza e il degrado di Roma
giovedì 10 novembre 2022

Gentile direttore,
ho soggiornato a Roma 5 giorni dopo 22 anni dall'ultima vacanza romana. Mi sono emozionata molto a rivedere i monumenti più noti e ho cercato di trasmettere queste emozioni alle mie figlie che la vedevano per la prima volta. Hanno colto la bellezza e l'importanza dei monumenti e dei parchi. Ci siamo emozionati molto nel corso dell’Angelus: le parole del Papa ascoltate dal vivo sono uno dei ricordi più belli di questo soggiorno. Abbiamo amato molto Trastevere ma... ma non abbiamo capito perché un quartiere così bello e così ricco di storia nelle sue strade sia amministrato così male. Abbiamo faticato ogni giorno a trovare spazio nei cestini per carta e bottiglie, a ogni ora del giorno e della sera. Avvicinarsi ai cassonetti della spazzatura è quasi una sfida persa in partenza e un'umiliazione per chi cerca di compiere malgrado tutto il proprio dovere civico. A diversi di questi mancano le ruote e ti chiedi come gli addetti possano muoverli quando – caso mai – passino. Alcuni contenitori sono storti o sfondati. I tombini intasati di foglie e rifiuti, a volte pure in prossimità delle fontanelle. Perché? Perché Trastevere è lasciata in questo stato? Monopattini elettrici buttati a terra e lasciati così per giorni, come pure le biciclette elettriche. Soldi investiti in questo modo a chi giovano? Si parla di inceneritore, ma i cassonetti della spazzatura sono a un livello inqualificabile. Quando le persone sfiduciate inizieranno a vendere gli immobili a causa del degrado predominante, chi arriverà? Gruppi finanziari pronti a “risanare” il quartiere trasformandolo in oasi per ricchi? I romani devono ribellarsi a quest’incuria così sfacciata. Trastevere merita di meglio e soprattutto merita di restare il cuore pulsante della memoria storica di Roma.

Annalisa Malaguti


Vivo tra Milano e Roma ormai da molti anni. E a riguardo di diverse aree di quest’ultima – che è anche cuore essenziale del cristianesimo e scrigno davvero unico di straordinari tesori artistici e paesaggistici – mi sono fatto molte volte le domande che lei, gentile e cara amica, si fa a proposito di Trastevere. Certo, anche a Roma ci sono quartieri tenuti con cura, ma il contrasto che sperimento in continuazione tra la condizione complessiva della metropoli lombarda e quella della nostra capitale è davvero stridente. E non ho difficoltà a dirle che sono giunto alla conclusione, più amara che salomonica, che il decoro sostanziale e formale della Città Eterna sia in parti uguali nelle mani di chi l’amministra, di chi lavora nei suoi servizi pubblici e dei cittadini e delle cittadine che l’abitano e la usano. E se ognuno – ognuno, nessuno escluso e nessuno assolto – non farà sino in fondo con sincero amore per Roma e senz’ombra di menefreghismo la propria parte, non si riuscirà a cambiare una condizione che si è fatta ormai umiliante in molte parti della città. Certo, però, che chi ha il potere- dovere di amministrare può agire su leve di cui altri non dispongono. Mi auguro perciò ancora una volta, come con i governi cittadini che li hanno preceduti negli ultimi vent’anni, che il sindaco Gualtieri e la sua amministrazione stiano prendendo le misure per imprimere la svolta indispensabile e possibile. Spero di non dover registrare una nuova (e sempre più pesante) delusione. Con lo stesso sconcerto a cui lei, gentile signora Malaguti, dà voce.

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