giovedì 15 ottobre 2015
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Gentile direttore, il piano del governo sulle pensioni, che prevede flessibilità in uscita in cambio della decurtazione dell’assegno previdenziale, è l’ennesima discriminazione tra dipendenti pubblici e privati: i dipendenti privati, sempre più precari, sono destinati a perdere il lavoro prima del raggiungimento dell’età pensionabile e quindi saranno costretti ad accettare una pensione più bassa perché l’alternativa è la miseria; i dipendenti pubblici, illicenziabili, raggiungeranno invece comodamente l’età pensionabile stando tranquillamente seduti alle loro scrivanie. Ricordiamoci infine che sono i dipendenti privati che pagano lo stipendio ai dipendenti pubblici. Roberto Colombo Milano Non so se la discriminazione che lei paventa, si realizzerà davvero. So invece, gentile signor Colombo, di non riuscire ad abituarmi al fatto che più di qualcuno (anche lei, a quanto capisco) pensi che la questione previdenziale, demografica e di solidarietà nel nostro Paese si possa risolvere con battaglie tra diverse categorie di contribuenti. La “guerra” tra statali e resto d’Italia non mi appassiona e non porta a niente di buono. Marco Tarquino
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