mercoledì 16 dicembre 2015
​​L'intervento del consigliere di amministrazione Rai Paolo Messa. dopo l'invito di Zavoli la strada per un approccio diverso.
PRIMA DEI FATTI  Il cavallo di Sergio Zavoli
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​Caro direttore,
risollevare l’immagine del cavallo «stressato» (e «innocente») e dimostrare di «avere ancora qualcosa da dire anche quando sembrasse di non avere più nulla da mostrare». Ieri, dalle colonne di "Avvenire" e con poche ma ben mirate parole, Sergio Zavoli ha regalato una bella lezione di amore per la tv ed il servizio pubblico. Non un amarcord o una visione ancorata alle certezze di un tempo superato. L’ex presidente della Commissione di vigilanza Rai e icona del migliore giornalismo italiano ha tratteggiato le sfide che sono nel campo della contemporaneità. Come cambiare e come farlo in fretta, questo il tema. Per il nuovo Cda di viale Mazzini queste parole valgono doppio, come monito e come incoraggiamento.
Nelle ore in cui esamineremo l’aggiornamento del palinsensto primaverile ed estivo, come non riflettere sulle esigenze di «competenze, argomenti e linguaggi» utili a definire una «lettura più approfondita della realtà»? A Parigi i governi di oltre 150 Stati hanno dato vita a uno storico accordo sul clima raccogliendo l’invito pressante di papa Francesco e della sua enciclica Laudato si’. Contemporaneamente, a Roma si sono celebrati due significativi eventi dedicati al futuro del Mediterraneo e, in particolare, a quello della Libia. Siamo in un tempo di grandi trasformazioni: tecnologiche, politiche, geografiche e anche culturali. Come ci attrezziamo per vivere questo che il Pontefice chiama un «cambiamento d’epoca» (e non appena «un’epoca di cambiamento»)? Può la televisione, anche attraverso la contaminazione con i nuovi piccoli schermi (quelli di cellulare e tablet), aiutare ad avere una coscienza, oltre che una conoscenza, del panorama che muta dinanzi a noi?
 
Io credo che la risposta possa e debba essere positiva e che l’appello di Zavoli meriti di essere fatto proprio dalla Rai, e non solo in onore del suo cavallo alato. Il banco di prova vero per il board e per la sua leadership, che si appresta a divenire amministratore delegato con una pienezza di poteri in passato tanto agognata, sarà la prossima stagione, quella dell’autunno/inverno 2016-2017. Tuttavia, credo che non si possa perdere l’occasione di dare un segnale, ora e subito, di un approccio diverso. Si tratta, e cito le parole di Antonio Campo Dall’Orto, del passaggio «da una logica di prodotto a una logica editoriale». Il Cda ci sta e sostiene questa impostazione.
 
L’opportunità più grande sta tutta nella tv dei bambini. È qui il paradigma del futuro. Qui si può intervenire e dare in modo più evidente il senso di un intervento sul palinsesto, valorizzando anche la capacità produttiva italiana, nell’animazione (anche quella già comprata dalla Rai) così come in programmi tutti "interni" come quelli della Melevisione. L’alfabetizzazione digitale e una contemporanea educazione civica (che include ovviamente quella ambientale e quella legata ai valori dell’identità culturale e della integrazione) sono nel Dna della missione Rai. Zavoli ci sollecita magistralmente. A noi il compito di non deludere lui ed i nostri telespettatori e contribuenti.
* consigliere di amministazione Rai
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