sabato 29 dicembre 2012
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Un quotidiano ha follemente titolato ieri a tutta pagina «Vendono il Papa a Mon­ti per diciassette milioni» spiegando così la propria drammatica “scoperta”: «Dalla Fi­nanziaria soldi agli amici dei cardinali Berto­ne e Bagnasco. E loro restituiscono il favore». C’è bisogno che dica da quale botte è stato in­degnamente spillato questo vino adulterato? Penso di no, anche i lettori di “Avvenire” ne sanno qualcosa di questo stile: titoli così, fat­ti distorti e umiliati, menzogne e farnetica­zioni strillate a caratteri cubitali, scherzi coi santi invece che coi fanti hanno un marchio inconfondibile. Infatti, quel giornale è il “Gior­nale” (edito da Paolo Berlusconi, fratello del più noto Silvio) e la penna un tempo elegan­te e ormai perennemente intinta di astio e pre­giudizio contro i “nemici” di turno è quella di Vittorio Feltri. Nessuno stupore, dunque. O­gni botte – è proprio il caso di dirlo – dà il vi­no che ha. Nessuno stupore, ma due sottolineature e u­na postilla.La prima sottolineatura: anche chi volesse prendere alla lettera quest’ultima, me­schina e ridicola mascalzonata intellettuale di Feltri (e di chi gliel’ha messa in pagina), sco­prirebbe che gli «amici» per i quali il segreta­rio di Stato della Santa Sede e il presidente della Conferenza episcopale italiana si sono battuti sono – udite udite – i bambini assisti­ti gratuitamente dagli ospedali “Bambino Ge­sù” di Roma e “Gaslini” di Genova, due enti in­tegrati nel Servizio sanitario nazionale che so­no al vertice in Italia e nel mondo per le cure specialistiche che garantiscono all’infanzia ammalata.La seconda sottolineatura: ho sempre senti­to dire che ogni uomo ha un prezzo, strada fa­cendo e accumulando esperienza ho scoper­to e riscoperto che non è affatto vero. Ci sono uomini che hanno un prezzo e uomini liberi, i primi – quelli che hanno un prezzo – cerca­no sempre di giustificarsi agli occhi del mon­do (e forse anche ai propri) appiccicando “car­tellini del prezzo” agli altri, alle persone libe­re e oneste. Ecco l’ex direttore e prima firma del Giornale s’è ridotto a questo: a fare l’ap­piccicatore di cartellini. Uno che, per conto terzi, misura col suo cinico metro la vita degli altri. E siamo alla postilla.Qualcuno si chiede an­cora perché tantissimi italiani – soprattutto in quello che, a torto o a ragione, viene definito il campo moderato – si sono messi in cerca di nuovi riferimenti politici e di una nuova casa da abitare. Perché si guardi con attenzione al­la nuova proposta politica che, ieri stesso, si è meglio delineata… Mi pare evidente il per­ché. La vecchia (e riciclata) offerta è quella che è, a destra e a sinistra. E dei signori della politica scortati da certi “bravi” mediatici – quelli che usano, appunto, le parole come col­telli – ne abbiamo ormai le tasche piene.Que­sta stanchezza è l’unica cosa che abbonda nel­le tasche di noi italiani – cattolici e laici, “mo­derati” per allergia agli estremismi e “riformi­sti” per voglia di giustizia e di futuro – dopo i disastri che “quelli là”, continuando a dire che tutto andava per il meglio, hanno combinato per parecchi anni (e soprattutto negli ultimi terribili quattro). Disastri ai quali un signore che si chiama Mario Monti è stato chiamato a porre un primo rimedio d’emergenza in po­chi mesi.Qualcuno, adesso, vorrebbe farci cre­dere che l’epidemia è colpa del medico. Qual­cun altro continua ad alimentare “leggende nere” contro il professore che è diventato pre­mier. E, per sovrappiù, ecco che si accusano di parlare soltanto per un qualche “interesse” quanti – anche nella Chiesa cattolica, che non è un partito e non fa coalizioni, ma ha occhi, giudizio e voce – riconoscono che il medico Monti ha fatto (quasi) tutto il possibile in una situazione economica finanziaria fallimenta­re. Ebbene sì, un interesse c’è in chi vuole be­ne a questo Paese: quello di non sprecare un sacrificio e un millimetro dell’arduo cammi­no fatto. C’è un interesse assoluto ad andare avanti. Lasciando nel loro fango i “macchini­sti del fango”. Andare avanti, e oltre la cosid­detta Seconda Repubblica. Avanti con valori chiari e saldi, quei valori fondativi che – nes­suno lo dimentichi – donne e uomini dei due vecchi “poli” hanno saputo testimoniare con disinteresse, coerenza e preziose convergen­ze trasversali. Avanti con la personale esem­plarità di chi si candida a ruoli di primo pia­no. È questo l’unico modo per rifare nobile la politica.
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