domenica 24 aprile 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Dovete volerci bene anche sol­tanto perché da qui, nonostan­te tutto, noi non arretriamo.Con tutto quello che succede ogni an­no. Con tutte le piaghe dalle quali, an­che noi, siamo coperti. Con tutta la rassegnazione che ci ammala invisi­bilmente, come la radioattività nel­l’aria. Con tutta la rabbia per le im­placabili mortificazioni della vita, per le ottuse indifferenze della morte, che ci farebbe mandare tutto all’aria: cia­scuno per sé, e per l’amor di Dio, più nessuno per tutti, che ne abbiamo a­vuto abbastanza. Con tutto che sia­mo più pochi, e nemmeno tutti i mi­gliori. Con il fatto che non sappiamo neppure bene che cosa inventarci, per farvi volare alto: almeno voi, per­ché noi ci siamo impegnati anche per i pulcini con le ali spezzate. Con la sensazione di spenderci all’osso per l’essenziale e di essere poi comprati per le cose di complemento: come per un atto di beneficenza – almeno una volta all’anno. Con le lacrime a­gli occhi per tutti i figli che chiedono pane e ricevono rospi, sognano aria pulita e devono scegliere fra gli abiti dismessi. Con il groppo della nostal­gia per le avventure dell’anima che scoprono mondi e creano bellezza, quotidianamente sbeffeggiate dai vo­lenterosi carnefici del rendimento.Con tutto questo, e col fatto che non siamo, noi per primi, all’altezza del­l’inaudito, noi sciogliamo le campa­ne e ripetiamo “Gesù Cristo è risor­to”. E che non c’è niente che finisca in niente. Dio ha bruciato le sue navi e non vuole ritornare da solo oltre la barriera. E noi siamo la compagnia destinata. Noi. Noi umani, che a di­spetto di tutto, siamo anche capaci di svenarci per un figlio, e di com­muoverci per la pura essenza della fe­de che ci viene incontro con lo sguar­do di qualcuno che ci pensa capaci di voler bene. Ebbene, noi siamo stati elegantemente anticipati da Dio. Im­perterrito, ha abitato le nostre frivo­lezze indecenti e le nostre odiosità in­sopportabili, e ne ha fatto fascine. Ha stretto un legame irrevocabile anche per un bicchier d’acqua. Non si è per­so nessuno dei nostri inferni, per strapparci dalle grinfie quelli che ci avevamo chiuso dentro: perché non erano dei nostri, perché non c’erano risorse, perché la civiltà dell’uomo e­mancipato aumenta i diritti, estingue i doveri, impone a tutti di pensare al­la salute.”Gesù Cristo è risorto”. Il cielo è abi­tato da uomini, donne, bambini. Non solo angeli. L’intimità di Dio è un uo­mo come noi. Milioni hanno già tro­vato. Miliardi, troveranno. E saremo riconosciuti se ci riconosceranno. E saremo protetti, se abbiamo protet­to. Il pensiero dell’uomo occidenta­le si è fatto fine. L’annuncio è in cir­colazione da un bel po’. Bisognereb­be aggiornarsi. Il racconto è commo­vente, ma l’epilogo fuori portata. Gli atomi non vanno contraddetti – se non lo sappiamo noi! Li abbiamo in­terrogati: non ne sanno niente. D’ac­cordo, ognuno ha gli oracoli che si merita. Noi comunque non ci ag­giorniamo. Non cambiamo. Ci com­muoviamo come il primo giorno. Le donne hanno più fiuto di noi. I di­scepoli l’hanno visto, e non l’hanno più abbandonato. È in quel momen­to che, a noi uomini, ci è cambiato Dio. Non era più il faraone celeste, l’imperatore supremo, il divino mo­tore. E voleva noi. Ha imparato la no­stra lingua, ha patito i nostri affetti, ha sostenuto il nostro odio. Ha voluto noi e niente ha potuto fermarlo.”Gesù Cristo è risorto”. A pensarci, grazie alla cocciuta fedeltà di questa testimonianza, oggi anche noi ci sen­tiamo migliori. E anche voi, vi vedia­mo meglio. Con tutto che siamo co­sì imperfetti (e così terribili, persino), grazie all’indomita ostinazione di quell’annuncio, incominciamo a ve­derne così tanti di esseri umani che tengono in vita il mondo, che certo non lo meriterebbe, da commuover­ci di quanti sono. Questo popolo del­le beatitudini, dico, ostinato come Dio, che ci tiene in vita, anche quan­do non lo meritiamo. Vedo che mol­ti sono dei nostri, li riconosco. Ma la stragrande maggioranza vengono da tutte le parti, e Gli vanno incontro. Ve lo dicevo che con la risurrezione di Gesù Cristo ci è cambiato Dio, a noi uomini. E anche noi ci troveremo cambiati, prima o poi. Noi non smet­tiamo, finché ce ne sono, di uomini. “Gesù Cristo è Risorto”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: