mercoledì 20 ottobre 2010
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Caro direttore,non sarebbe ora che incominciamo a dichiarare senza timore reverenziale che forse intellettualmente sprovveduti non siamo noi cattolici, ma certi laicisti, magari insigniti di premio Nobel? Cominciamo a dire chiaro e forte che oscurantismo è quello di Edoardo Boncinelli il quale non capisce che non è il massimo dei successi sacrificare dieci embrioni per farne nascere uno. Rozzezza intellettuale è quella del professor Veronesi secondo il quale «se una coppia vuole, deve poter ricorrere ai mezzi disponibili», quali che essi siano, senza condizionamenti morali. Confusione mentale è quella di Carlo Flamigni secondo il quale «la vita inizia quando la donna decide che è iniziata» (!). Miopia intellettuale è quella che fa dire a Rita Levi Montalcini che l’embrione è soltanto «un esiguo cumulo di poche cellule» e a Luca e Francesco Cavalli-Sforza che dalle ricerche scientifiche «non è emersa alcuna traccia dell’esistenza dell’anima» (!). Pacchiana superficialità è quella di Giovanni Sartori quando afferma che «se uccido un girino non uccido una rana. E dunque l’asserzione che i diritti dell’embrione sono equivalenti a quelli delle persone già nate è, per logica, una assurdità». Forse, se si sforzasse un po’, capirebbe che un girino e un embrione hanno in sé tutto ciò che serve per diventare l’uno rana e l’altro bambino, purché non li si uccida. E perché qualcuno non dice una buona volta al teologo, esegeta, filosofo, scienziato, tuttologo Augias che la sua saccenteria ci ha stufato?

A. Mignozzetti

Qualcuno, magari, dirà che lei ha fatto di tutta l’erba un fascio. Ma io, caro amico, continuo a credere che la sintesi sia spesso una virtù. E la sua è proprio una sintesi fulminante. (E se qualcuno non ci si ritrova, lo dica pure. Saremmo lieti di scoprire che c’è vita in quella nebulosa di parole senza vita...).
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