Macron a Lourdes, quella preghiera e un'invettiva per nulla cristiana
sabato 31 luglio 2021

Caro direttore,

che significato si può dare alla visita di Emmanuel Macron al Santuario di Lourdes? Mi è dispiaciuto che il presidente francese sia stato contestato; anche se fosse ateo, può sempre tornare da Lourdes non più ateo. Mi addolora quando noi cattolici ci mettiamo nei panni di una sorta di giudice, come ha fatto il cattolico urlante a Lourdes. Mi sa che cinquant’anni fa fosse più facile essere cattolici.

Marco Sostegni, Vinci (Fi)


Caro direttore,

in un primo momento, la foto di Emmanuel Macron, un presidente francese che all’inizio del suo mandato molti intellettuali accostarono a Napoleone Bonaparte, a mani giunte a Lourdes, confesso che mi ha destato perplessità. Non tanto, però, per il suo presunto ateismo (oltretutto la Chiesa misericordiosa accoglie e deve accogliere tutti, soprattutto le 'pecorelle smarrite'); piuttosto mi sono domandato a che livello di crisi 'politica' fosse giunto Macron, il primo presidente della Quinta repubblica francese a visitare ufficialmente Lourdes. Dopo alcuni giorni – non sorrida direttore! – ho accostato quella foto alle grandi immagini di papa Francesco da solo in piazza San Pietro mentre benedice il mondo (dunque tutti, nessuno escluso) con l’ostensorio. Da due anni a questa parte, con lo scoppio della pandemia, siamo nelle mani della Scienza, di virologi, medici e immunologi che hanno studiato queste forme maledette di influenze infettive. Gli esperti ci dicono da tempo che la pandemia da nuovo coronavirus «durerà ancora molti anni». Macron, come capo di Stato, probabilmente è al corrente di questo. Del fatto cioè, che la pandemia con le sue varianti durerà forse più dell’influenza spagnola, e dovremo conviverci e avremo bisogno per anni di vaccini. Ci piaccia o no. E sarà dura, durissima per tanti. Soprattutto per chi svolge attività economiche e professionali soggette a continue chiusure e limitazioni (come ristoranti e bar). Nei lunghissimi mesi precedenti l’arrivo dei primi vaccini, quello che ci ha salvati è stata una condotta di vita che io definisco 'monastica', nel rispetto di tutte le norme di sicurezza dettate dall’autorità. Attendiamo ancora dalla Scienza risposte definitive e una terrena speranza di salvezza, non dimenticando però – come dice spesso un Tale che sta a Roma – di pregare.

Stefano Masino, Asti


Gentili e cari amici,

la visita di Emmanuel Macron a Lourdes – la prima, come lei ricorda, gentile signor Masino (e come abbiamo sottolineato nelle nostre cronache), di un presidente della Quinta Repubblica francese a uno dei più amati Santuari Mariani del mondo – è parte di una nuova strategia dell’attenzione nei confronti della Chiesa cattolica dell’inquilino dell’Eliseo, che è anche il capo politico di una forza che sta cercando di definire meglio profilo e proposta all’opinione pubblica d’Oltralpe. È una scelta frutto di calcoli? Possibile. È un fatto di notevole impatto? Certamente. È una cinica messa in scena? Anche se – come i lettori sanno – all’attuale capo dell’Eliseo ho riservato spesso critiche, non credo. Macron, infatti, a Lourdes non ha fatto comizi né compiuto plateali gesti propagandistici, né esibito una qualche personale 'conversione'. Ha dialogato e ha giunto le mani. E questi non sono particolari di poco conto.

Ma voglio rispondere direttamente anche alle due diverse specifiche questioni che mi ponete. A lei, signor Masino, confermo che, sì, anche nella mia esperienza la preghiera a Dio è la risorsa in più di chi conosce le proprie forze e riconosce l’umano limite. A lei, signor Sostegni, dico con semplicità che non so se cinquant’anni fa fosse davvero più facile essere cattolici, ma so che è pochissimo cristiano e cattolico inveire contro il discreto gesto di rispetto e di preghiera di un'altra persona (ripeto: rispetto e preghiera, non esibita propaganda). Che si tratti di Macron o di chiunque altro.

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