martedì 4 luglio 2017
Caro direttore, nell’articolo pubblicato su “Avvenire” del 23 giugno 2017 don Mauro Leonardi suggerisce di fare esperienza della Liturgia delle ore sul breviario cartaceo, piuttosto che ...
Ma il breviario digitale è pratico (e anche il rosario è multitasking)
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Caro direttore,
nell’articolo pubblicato su “Avvenire” del 23 giugno 2017 don Mauro Leonardi suggerisce di fare esperienza della Liturgia delle ore sul breviario cartaceo, piuttosto che sullo smartphone (o tablet), per evitare di essere distratti non tanto e solo dalle notifiche, ma dal mezzo stesso. Posso comprendere le opportune ragioni che l’hanno portato a questa sua scelta, ma non condivido la prospettiva che traccia. In alcune occasioni, però, ritengo che noi stessi possiamo trasformare una modalità ritenuta multitasking in realtà “aumentata”, anche se il termine può risultare improprio rispetto all’accezione comune. Faccio un esempio per chiarire meglio il concetto: nel 2015, in occasione del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, contemporaneamente alle relazioni proposte all’assemblea dei convegnisti, venivano proposti alla base di due grandi schermi laterali che amplificavano la figura del relatore i tweet dei presenti. Parte di loro chiese di sospenderne la sovrimpressione perché distraevano mentre, per quanto mi riguarda, costituivano un piacevole stimolo e arricchimento dell’evento, tanto che riuscivo a seguire il senso della relazione e, contemporaneamente, a twittare.

Alcuni hanno bisogno di prestare un’attenzione focale per favorire la concentrazione personale e, difficilmente, riescono a gestire più stimoli nello stesso momento. Immagino, ad esempio, la fatica a scrivere e concentrarsi nell’open space di una redazione giornalistica. La preghiera, comunque, è un’esperienza che richiede cura e disposizione di cuore e mente, ma questo non dipende certo dallo strumento utilizzato. I “Princìpi e norme per la Liturgia delle ore” indicano un percorso esigente e citano sant’Agostino che propone di «riconoscere l’eco delle nostre voci in quelle di Cristo e quelle di Cristo in noi». Questo si ottiene con le orecchie del credente, al di là di ogni strumento e della versatilità che vi possiamo riconoscere. A proposito della modalità “multitasking” va rilevato che esistono nella pratica dei cattolici preghiere, come la recita del rosario, che prevedono la meditazione di un mistero legato al percorso di fede della Chiesa, mentre si pronunciano parole altre rispetto all’orientamento del pensiero. Se questa modalità risulti più o meno distraente dipende più dalla disposizione dell’orante che da fattori esterni. La Liturgia delle ore, resa disponibile anche dalla Cei su dispositivi mobili risulta spesso una soluzione più pratica, portatile e leggera. Ognuno, poi, è libero di scegliere. Affermare che il dispositivo mobile vi provochi e vi tenti perché avete a disposizione anche le altre app – ha spiegato un amico docente ai suoi alunni, forniti di e-book – «è un po’ come evitare di utilizzare il coltello a tavola perché rammenta al cervello un’arma letale».

*Direttore Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Padova

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