I kamikaze più incomprensibili sono quelli Iche si fanno esplodere contro le vaccinazioni dei bambini, nel Terzo Mondo. Sono Paesi dove stagnano malattie endemiche, che s’impiantano nei bambini in tenera età, storpiano, deformano e invalidano i loro corpi, e li rendono incapaci di lavorare, apprendere, di rendersi utili a sé e agli altri, insomma di vivere. La loro società non ha strumenti per impedire la diffusione di queste malattie. La nostra ha inventato la vaccinazione. Per cui da noi queste malattie sono debellate o tenute a bada. Associazioni di medici coraggiosi e generosi vanno in giro per il mondo ad esercitare la pratica delle vaccinazioni, per proteggere i bambini da queste malattie, capeggiate dalla poliomielite. Non sono medici predicatori, non propagandano un’ideologia o una religione o un sistema politico, si piazzano in una capanna o una baracca, oppure girano casa per casa, fanno le vaccinazioni dalla mattina alla sera, e poi vanno a dormire. Puntualmente, contro le sedi dove si praticano le vaccinazioni, qualche kamikaze si fa esplodere, distrugge se stesso e tutti quelli che ha intorno. Mi chiedo perché. Quale sistema ideologico guida queste azioni, chi le pensa, le programma, la prepara e le attua. L’ultima di queste notizie è arrivata in data 13 gennaio, quindi pochi giorni fa. Ce l’ho qui: «Almeno 15 persone sono rimaste uccise e 25 ferite in Pakistan a causa di un’esplosione che ha colpito agenti delle forze di sicurezza davanti a un centro per le vaccinazioni contro la poliomielite a Quetta, nella provincia sud-occidentale pakistana del Beluchistan. Il ministro dell’Interno ha affermato che l’esplosione è avvenuta ad opera di un attentatore suicida. Al momento dell’attacco, poliziotti e agenti stavano preparando una campagna di vaccinazioni porta a porta. Pakistan e Afghanistan sono gli ultimi due Paesi al mondo in cui, secondo l’Oms, la poliomielite è ancora endemica». Da questo linguaggio scarno apprendiamo molte cose: qui le vaccinazioni si fanno porta a porta; le fanno i medici, ma scortati da agenti di polizia; i kamikaze li aspettano, e quando medici e agenti sono a tiro, si fanno esplodere. Alla loro causa è utile uccidere sia i medici che gli agenti e i bambini. Questa notizia mi fa venire in mente un dialogo, potente, di Marlon Brando in
Apocalypse Now. Brando parla della tattica dei vietcong per combattere i nemici americani. La trama del film di Coppola ricalca
Cuore di tenebra di Conrad, e Brando impersona il colonnello Kurtz, disobbediente agli ordini, impazzito («malsano» dice Conrad), autoproclamatosi capo di una organizzazione personale militare-religiosaterritoriale. Dice che i vietcong volevano «purificare» la zona dalle vaccinazioni appena eseguite dagli americani, e perciò sono passati casa per casa e con un colpo di machete han tagliato ai bambini il braccio appena vaccinato, a monte della vaccinazione. Così i bambini sono esposti alle malattie e alla morte, ma purificati dal contatto con l’Occidente. Brando definisce questa impresa una «illuminazione», come se spiegasse il mondo. Spiega infatti la legge che governa la guerra: la vittoria per l’onnipotenza. I vietcong tagliatori di braccia e i kamikaze che si fanno esplodere tra i bambini vaccinati vogliono che il mondo loro resti loro, malato moribondo e affamato, ma loro. In
Cuore di tenebra l’Occidente colonizzatore vuole dominare il mondo senza sapere perché. L’onnipotenza si autogiustifica e si autoimpone. Non vede nulla. Se vede qualcosa, grida all’orrore. «Orrore» dice tre volte Conrad. «Orrore» dice tre volte Coppola. «Orrore» diciamo noi, leggendo dei kamikaze, ma purtroppo tre volte non bastano.