martedì 19 marzo 2013
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Cipro come la Grecia? Speriamo di no. Ma quello che sta accadendo torna a dirci che questa Europa continua pervicacemente a sbagliare e a mostrare ai cittadini il peggior lato di sé. Ma che senso ha aver "costruito" il fondo di stabilità Esm con una dotazione di 500 miliardi (già pagati in buona parte dalle tasche di noi europei, attraverso il contributo dei nostri Stati) se poi il puntello al partner pericolante Cipro – che secondo le scale di grandezza continentali dovrebbe essere reputato un micro-intervento – non riesce a prescindere dalla imposizione di un prelievo forzoso sui conti correnti? Una mossa che, se attuata, violerebbe il principio fondante della libera circolazione dei capitali. E, soprattutto, minerebbe la fiducia nella Ue anche negli europeisti più sinceri. L’Europa sembra, insomma, rinnovare i propri errori, salvo poi rendersene conto quando il "patatrac" è compiuto. Senza mostrare lungimiranza, senza reale solidarietà e finendo col rafforzare le spinte disgregatrici. Serve una svolta, e subito.
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