La scuola e la Carta da celebrare davvero
venerdì 26 gennaio 2018

Caro direttore, la ministra Valeria Fedeli ha dato il via alle celebrazioni nella scuola dei 70 anni di vita della nostra Carta fondativa, entrata in vigore all’inizio del 1948. Il comunicato pubblicato nel sito del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, sotto il titolo accattivante 'Buon compleanno Costituzione', afferma fra l’altro: «La Costituzione è un testo fondamentale che dobbiamo far conoscere approfonditamente a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi. È la base solida su cui si poggia la nostra convivenza civile, il nostro essere comunità di uomini e donne uniti da valori condivisi (...). Invieremo la Costituzione nelle scuole – prosegue la ministra Fedeli – non solo affinché sia riletta, ma per fare in modo che diventi parte di un percorso di studio e confronto che consenta alle nostre giovani e ai nostri giovani di capire come è nata, attraverso quale dibattito. Vogliamo che le nuove generazioni riscoprano e approfondiscano i valori fondanti di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale che la Costituzione esprime. Abbiamo pensato a una serie di iniziative che non saranno solo culturali, ma saranno momenti di acquisizione di quelle competenze che sono necessarie per una cittadinanza consapevole, che si fondi sulla conoscenza e sul rispetto delle norme che stanno alla base del nostro vivere comune».

Il Ministero annuncia anche un Concorso nazionale, rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado 'La Costituzione dei ragazzi'. Fin qui, oltre l’autorevolezza dei partner citati, non ci sono molte novità, rispetto ai discorsi ufficiali e alle affermazioni di principio che hanno caratterizzato norme e iniziative celebrative o promozionali degli scorsi decenni. Verso la fine del comunicato appare però un’informazione che, mentre segnala un impegno di buona volontà, rivela anche una ferita non rimarginata durante i 70 anni di vita della Costituzione, in rapporto alla scuola. Ecco la frase in questione: «Al contempo stiamo lavorando al rafforzamento dello 'studio dell’insegnamento trasversale Cittadinanza e Costituzione', che da quest’anno sarà maggiormente valorizzato anche nell’ambito del nuovo Esame finale del I ciclo».

Occorre ricordare che la legge 169/2008, ricuperata nel decreto legislativo n.62/2017, dedicato alla valutazione, non parla di «insegnamento trasversale», ma di «acquisizione nel primo e nel secondo ciclo d’istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a 'Cittadinanza e Costituzione', nell’ambito delle aree storicogeografica e storico-sociale e del monteore complessivo previsto per le stesse». Fin dal Decreto Moro del 1958 il compito di 'insegnare' la Costituzione era affidato all’insegnante di storia. Dove esiste la disciplina diritto, è logico che tocchi ai relativi insegnanti questo compito principale. È dalla valorizzazione del loro ruolo che si dovrebbero trovare intese per un impegno concordato che faccia di CeC, oltre ad attività trasversali a tutta la scuola, anche dei contenuti d’insegnamento, sia pure nel monteore attuale, in attesa di un ritocco normativo nella prossima legislatura. Se no, si rischia di cadere nella retorica degli auspici.

*Professore emerito di Pedagogia generale nell’Università di Roma Tre

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