venerdì 24 ottobre 2014
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​Caro direttore,nel Rinascimento era corrente a Roma il detto: Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini. In merito all’inserimento operato da Renzi, in toto, del Pd, nell’area socialista e nel partito socialista in Europa, con tutto il suo bagaglio dottrinale e culturale, mi consenta una osservazione. Quod non fecerunt (non riuscirono a fare) gli ex comunisti D’Alema, Bersani, Bertinotti, fecerunt i post democristiani Matteo Renzi e Debora Serracchiani trascinando con loro gli ancora molti cattolici militanti nel Pd nell’area socialista. L’ammonimento del Papa emerito sui valori non negoziabili non vale più? Quid vobis videtur.Giovanni Pan, Cittadella (Pd)Che cosa ne penso? Quanto alla forma, caro amico, penso che il latino mi affascina sempre. Quanto alla sostanza, penso che vedremo quale sarà il risultato finale dell’operazione “Partito dei socialisti e dei democratici europei”. Così come vedremo che cos’altro accadrà in un panorama politico rivoluzionato, in cerca di nuovi equilibri, costellato dal cantiere di nuove case partitiche e di non pochi accampamenti sulle frontiere dei vecchi schieramenti. Credo che, per fortuna, lo vedremo presto. Abbiamo, infatti, urgente bisogno di capire e di capire a fondo. C’è, infatti, la politica delle “case” e quella dei “valori”. E le case si comprendono e si frequentano in base ai valori che le tengono in piedi, cioè per il rispetto che c’è o non c’è per ciò che è fondamentale nella vita delle donne e degli uomini. Anche e soprattutto quei grandi valori sui quali non si può proprio fare mercato: la difesa e l’accoglienza di ogni vita umana, il rispetto della famiglia fondata sul matrimonio (cioè sull’unione di un uomo e di una donna), la libertà di educare e pensare e credere, la dignità di chi lavora, il senso solidale del fare impresa, lo sviluppo equo e umanamente sostenibile, la tutela del creato: «Dita di una stessa mano», dice papa Francesco, indicando l’essenziale, e facendosi capire subito e benissimo da tutti (anche da chi finge di non capire). La politica – cioè le sue idee e le sue politiche concrete – su questo va giudicata. E proprio a proposito di quei grandi valori – le ricordo che il Papa emerito, Benedetto, ci ha istruito a dovere sui primi tre e altrettanto efficacemente, con Caritas in veritate, anche sugli altri – dobbiamo constatare che certa “sinistra” frou frou e certa “destra” libertina alla fin fine desolatamente pari sono. Così come si vede a occhio nudo che la destra iperliberale, la sinistra antagonista, nonché le loro filiazioni populiste, non offrono progetti migliori. Ma ci sono persone giuste un po’ ovunque, grazie a Dio. C’è anche un’altra sinistra e c’è anche un’altra destra, in Italia e altrove (continua a colpirmi che, dopo la sbornia avventata e la squassante scelta dei “mariage pour tous”, nel Partito socialista francese si stia ragionando con un’intensità e una chiarezza che vorrei anche in Italia sulle gravidanze surrogate e sulle conseguenze della pretesa di affermare un incoercibile “diritto ai figli”...). Nelle fila e dai “pensatoi” di quest’altra destra e di quest’altra sinistra circolano idee, preoccupazioni e speranze che non ci sono affatto ostili ed estranee perché non sono ostili ed estranee all’umanesimo personalista che la Dottrina sociale della Chiesa promuove e aiuta a concepire. È importante che sia così nell’era in cui il “centro” è diventato quasi solo uno spazio di consenso da conquistare. Vedremo e giudicheremo, caro signor Pan. Abbiamo una lente giusta e utile. E sappiamo che ci tocca un cammino da percorrere con la testa rivolta in avanti, portando sulle spalle non nostalgie, ma i poveri ai quali non si presta ascolto, i vecchi per i quali non c’è rispetto, i figli da far crescere bene, una patria italiana ed europea e, con essa, un mondo intero dei quali siamo chiamati a essere custodi e giusti interpreti.
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