sabato 26 settembre 2015
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Caro direttore, sono la mamma di L., un bambino Down di quattro anni. Mio figlio è iscritto alla scuola materna comunale 1N di Scampia, Napoli. Il bambino ha bisogno assoluto sia del sostegno (non è in grado nemmeno di tenere una penna in mano più di qualche attimo), sia dell’assistente materiale (non è ancora autosufficiente). Le istituzioni pare non vogliano nemmeno ascoltarmi... confido nel vostro aiuto! Alessandra Capasso mamma arrabbiata I giornali non hanno tutto il potere di cui si favoleggia, ma hanno certamente la forza di accendere luci nel buio o di ravvivare quelle che si fa fatica ad apprezzare e a tenere accese. Proprio per questo, quando non inseguono chiacchiere e futilità, riescono a far vedere meglio alle persone che li leggono la realtà nei suoi diversi aspetti e anche le ingiustizie, che non sono mai inevitabili e del tutto irrimediabili. Qualche volta, pur non essendo in grado di costringere uno o tanti a seguire la via migliore, contribuiscono così a cambiare positivamente lo stato delle cose. Lei, gentile e cara signora Alessandra, confida anche nell’aiuto di “Avvenire” per capovolgere la situazione in cui si trova suo figlio, portatore del pieno diritto – purtroppo, a quel che mi scrive, non onorato dall’istituto comunale che frequenta a Napoli Scampia – di affrontare in condizioni adeguate e con tutto il necessario sostegno l’avventura della scuola dell’infanzia. Unisco la nostra voce alla sua, con convinzione e sgomento. Che, proprio nel tempo della “Buona scuola” proclamata e dibattuta, un bambino con sindrome di Down non venga accolto secondo le sue esigenze nella scuola pubblica (in questo caso comunale) di una grande città italiana è una contraddizione dura e clamorosa, che sottolinea la necessità di ben indirizzare le risorse in un settore, come quello dell’istruzione, davvero decisivo per la qualità della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità. Non è un caso isolato, perché in molte scuole pubbliche (anche statali) in questi tempi di “tagli” alla spese si sperimentano le stesse carenze e difficoltà e lo stesso “disimpegno” proprio nelle attività e nelle attenzioni rivolte ai più deboli. Chi governa – in questo caso chi amministra il Comune di Napoli – deve saper mettere seriamente occhi e mani sul problema, che come ben si sa non è l’unico delle nostre città, ma neppure il più piccolo. Se verrà, come spero anch’io, affrontato e risolto credo che il segnale sarà forte e chiaro, al tempo stesso di valore concreto e simbolico. Proprio a Scampia, proprio lì dove l’immaginario collettivo proietta soprattutto immagini di degrado civile e di inquinamento malavitoso, ma dove tanti vivono una vita buona e, quotidianamente, resistente al male, dare la risposta giusta alle sacrosante attese delle persone vale il doppio. Marco Tarquinio
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