mercoledì 3 ottobre 2012
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La rivoluzione della globalizzazione fa saltare – come Ralf Dahrendorf ha capito e ben spiegato – la faticosa quadratura del cerchio che le società occidentali avevano raggiunto tra sviluppo economico, libertà politica e coesione sociale. Quadratura che non sarà più possibile realizzare a livello nazionale, se non a un nuovo livello globale che impone di risolvere la contraddizione dei profondi divari di costo della vita e del lavoro tra diverse aree del mondo. E così, per ora, assistiamo a un profondo svuotamento del significato di questi tre concetti: lo sviluppo economico è sostituito da un declino strutturale, la libertà politica dalla supplenza dei tecnici e la coesione sociale rimandata a tempi migliori. Ma come possiamo vivere meglio la "traversata" dal vecchio al nuovo equilibrio (che richiederà alla velocità attuale di convergenza non meno di un secolo per essere raggiunto), ammesso che al nuovo equilibrio si arrivi?La drammatica crisi che stiamo sperimentando porta in sé un’opportunità non semplice da realizzare eppure possibile. L’idea è che, al di là dell’aut-aut tra rigore e spesa pubblica si può ritrovare la quadra con un salto di qualità sul piano del capitale morale e sociale che regola la vita pubblica ed economica del nostro Paese. In fondo i 50 spread "reali" tra Italia e Germania stanno lì a dirci che il nostro gap è un gap di sistematicità di azione, di organizzazione, di moralità e di efficienza delle istituzioni: agenda digitale, investimenti in ricerca, corruzione e costi della politica, efficienza della Pubblica amministrazione e della giustizia, deburocratizzazione, lotta all’evasione e alla criminalità organizzata... Quando, se non ora, sospinti dall’urgenza del bisogno, possiamo aggredire questi capitoli strutturali?Quasi tutta la stampa e un buon numero degli intellettuali del nostro Paese stanno lodevolmente impegnandosi a promuovere un’attenzione fortissima al problema puntando a produrre, almeno in parte, autentico progresso morale. La legge anticorruzione e le nuove regole sulla politica nelle amministrazioni locali sono tappe importanti di questo percorso che il governo tecnico deve sforzarsi di tracciare, ottenendo il consenso del Parlamento.Se le regole della finanza e del commercio, la moneta unica e i vincoli del debito non ci consentono al momento altre vie d’uscita, ci è rimasta questa come unica "via interna" da percorrere. Fondamentale capire, come ormai riconoscono tutte le principali scienze sociali, che non si tratta solo di trovare le ricette e di promulgare le leggi più opportune. Le leggi sono "espressive" e trovano la forza e il consenso per la loro realizzazione ed entrata in vigore solo se il sostrato delle norme morali e sociali di una collettività è coerente con esse. Altrimenti o non si arriva a ottenere il consenso necessario per promulgarle o esse vengono disattese, aggirate e male applicate. Come ormai tutti gli studiosi riconoscono, convergendo da diverse discipline (economia, sociologia, filosofia, scienza politica), il lavoro sulla "legge di moto" delle norme sociali e morali è dunque parte fondamentale per il superamento delle crisi e per la costruzione di una società migliore. Su questo punto, etica laica e credente devono poter convergere e appare cruciale l’esempio che può dare la classe politica (e che l’attuale governo sta dando) quanto a competenza, serietà, sobrietà e condivisione dei sacrifici.La crisi dunque come opportunità per fare un salto di qualità morale e sociale. Facciamo di tutto per farcela da soli. Non dimenticandoci però che non deve venire meno l’impegno per stimolare una politica macroeconomica comunitaria espansiva solidale e condivisa, per riformare le regole di una finanza internazionale profondamente inefficiente e le regole commerciali che non promuovono abbastanza sostenibilità sociale e ambientale nel Nord e nel Sud del mondo.Importanti da questo punto di vista l’iniziativa franco-tedesca sull’avvio della cooperazione rafforzata per una tassa sulle transazioni finanziarie pilastro del nuovo bilancio comunitario e la costruzione da parte di molte amministrazioni locali di meccanismi premiali per le filiere ad alto valore sociale e ambientale. Ne abbiamo bisogno in ogni caso e soprattutto se la "soluzione interna" – la via del salto di qualità morale – si rivelasse non ancora sufficiente.
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